Fatture per operazioni inesistenti, maxi-sequestro nel Salernitano

Fatture per operazioni inesistenti, maxi-sequestro nel Salernitano
Avrebbero simulato la vendita di 22 auto di lusso e di grossa cilindrata a una società inesistente e intestata a un prestanome. I finanzieri del comando provinciale di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Avrebbero simulato la vendita di 22 auto di lusso e di grossa cilindrata a una società inesistente e intestata a un prestanome. I finanzieri del comando provinciale di Salerno hanno eseguito tre misure cautelari (una agli arresti domiciliari e due divieti di dimora in Campania) e un sequestro di 1,2 milioni di euro nei confronti di una società con sede a Sant'Egidio del Monte Albino.


LEGGI ANCHE Usura a Napoli, da 9 anni pagava 5500 euro al mese: preso il reggente del clan «'O mostr'» con la moglie

I tre sono stati denunciati per l'emissione di fatture per operazioni inesistenti e per i reati di riciclaggio connessi. Secondo gli investigatori, infatti, avrebbero simulato la vendita di 22 autovetture ad una società di fatto inesistente ed intestata a un prestanome. Le vetture, tra cui una Ferrari del valore di 150mila euro, sarebbero state cedute in modo simulato e fittizio non solo al fine di evadere le imposte, ma soprattutto per sottrarle a una misura cautelare reale già disposta in precedenza.

Gli indagati, infatti, erano già stati raggiunti da misure cautelari nell'ambito di un altro procedimento. Anche in quel caso le indagini avevano rivelato la commissione di analoghi reati finanziari, i cui proventi erano stati impiegati dagli indagati in attività imprenditoriali comunque a loro riconducibili, sempre legate alla commercializzazione di luxury cars. 
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino