Accoltellò la moglie e la lasciò morire dissanguata: condannato a 14 anni

Accoltellò la moglie e la lasciò morire dissanguata: condannato a 14 anni
Vibonati. La Corte di Assise di Appello di Potenza ha confermato la sentenza di primo grado a carico di Sandro Pili, responsabile dell’omicidio della moglie...

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Vibonati. La Corte di Assise di Appello di Potenza ha confermato la sentenza di primo grado a carico di Sandro Pili, responsabile dell’omicidio della moglie Pierangela Gareffa, consumatosi nella casa della coppia il 30 novembre del 2014. L’imputato era stato condannato con giudizio abbreviato in primo grado dal Gup presso il Tribunale di Lagonegro a quattordici anni di carcere e tre anni in una casa di cura e di custodia oltre al risarcimento dei danni in favore delle parti civili che si sono costituite nel processo. Una sentenza contro cui è stato proposto appello dall’avvocato Rocco Colicigno, legale rappresentante del marito reo confesso, ritenendo sussistere l’ipotesi di omicidio preterintenzionale e chiedendo il riconoscimento delle attenuanti generiche per il comportamento processuale di Pili. Contro la sentenza del Tribunale lucano anche Elsa Sofia Silveza, madre della vittima, assistita dall’avvocato Giovanni Falci, e Gabriella e Adriana Gareffa, sorelle di Pierangela, rappresentate dall’avvocato Lucia

Cerino. Altra parte civile l’associazione Onlus “Mai più Lucrezia” assistita dall’avvocato Teresa Paladino. Al termine dell’udeinza, a cui ha assistito anche l’imputato, la Corte ha confermato la sentenza di primo grado. Dopo che saranno rese note le motivazioni, entro novanta giorni, gli avvocati decideranno se ricorrere in Cassazione. Quel pomeriggio del 30 novembre Pili, originario di Sapri, prese il coltello nuovo di zecca da un’astuccio sul frigorifero di cucina e accoltellò la moglie. Pierangela rimase nel suo letto per oltre nove ore cercando in vano di tamponare  la
ferita al fegato. Morì la notte dissanguata tra le braccia del figlio minorenne. Da allora il marito reo confesso è rinchiuso in carcere che solo lo scorso mese di giugno gli è stato concesso di lasciare per alcune ore per
raggiungere, scortato, il cimitero di Sapri  dove qualche giorno prima era stata sepolta  la madre. Un caso di femminicidio che è stato trattato dalla trasmissione di Rai 3 “Amore criminale“. La puntata, registrata a luglio,

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Il Mattino