Fisciano, papà lanciò la figlia dalla finestra: a processo per tentato omicidio

La Procura di Nocera Inferiore ha chiesto il giudizio immediato

Le forze dell'ordine
Finisce a processo per tentato omicidio G.D.A, il 40enne che il 30 ottobre scorso lanciò la figlia di due anni dalla finestra di un bagno di servizio, nella sua casa a...

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Finisce a processo per tentato omicidio G.D.A, il 40enne che il 30 ottobre scorso lanciò la figlia di due anni dalla finestra di un bagno di servizio, nella sua casa a Fisciano. Dopo aver depositato la perizia che ha ricostruito lo stato mentale dell'uomo, la Procura di Nocera - il titolare dell'inchiesta è il sostituto Roberto Lenza - ha chiesto il giudizio immediato. In ragione della sua incapacità di intendere e di volere - come illustrato dal consulente nominato dall'organo inquirente - il processo potrebbe anche chiudersi già dinanzi al gip. Magari con un rito alternativo. Il 40enne è difeso dai legali Tommaso Amabile e Silverio Sica. Quando intervennero i carabinieri della compagnia di Mercato San Severino e quelli della stazione di Fisciano, in casa, quel giorno, G.D.A. confessò a loro e poi al giudice, durante l'interrogatorio, di aver lanciato la propria figlia dalla finestra di casa. Lo aveva fatto dopo aver sentito per giorni «la voce di Dio che mi diceva di farlo». Pochi giorni prima dell'accaduto, aveva chiamato i carabinieri dopo aver ricevuto un pacco postale. All'interno c'era un termometro, che era stato ordinato giorni prima. Il 40enne, tuttavia, sospettava invece la presenza di una bomba destinata alla figlia. Sul posto giunse anche un'ambulanza, che affidò l'uomo alla visita di un neuropsichiatra. Da quel colloquio emerse una situazione di forte stress ed esaurimento, con la prescrizione di almeno due farmaci, utili a chi soffre di agitazione, disordini di personalità e per il trattamento della schizofrenia. Farmaci che l'uomo assunse due volte, la sera precedente e la mattina dei fatti, prima di lanciare la piccola dalla finestra.

Di recente, la consulenza voluta dal sostituto procuratore Lenza ha accertato nell'uomo un «disturbo psicotico breve con marcato fattore di stress. Versava in uno stato di mente tale da escludere le sue capacità di intendere e di volere». In breve, poco prima di lanciare la figlia dalla finestra, l'uomo non sarebbe stato in sè. Pur ritenuto socialmente pericoloso, visto il contenuto della perizia, il gip dispose la revoca del carcere e il trasferimento in una Rems. La piccola di 2 anni, invece, trasferita prima a Salerno e poi a Napoli, fu dimessa dopo un primo intervento in buone condizioni. Poi, affidata congiuntamente al nonno paterno e alla madre per decisione del tribunale. La dinamica di quanto accaduto fu ricostruita dai carabinieri attraverso testimonianze raccolte sul luogo, una volta giunti dopo segnalazione dei vicini di casa. A corredo di questo, fu raccolto anche il sonoro estratto dalla telecamera di un palazzo poco distante da quello dell'incidente, grazie al quale si intuì che l'uomo aveva lanciato volontariamente la piccola dalla finestra.

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Il Mattino