Cilento, interventi di riforestazione protettiva sul Gelbison Cervati

Quasi un milione e mezzi di euro alle comunità montane per la forestazione protettiva del Gelbison Cervati

Un bosco di Novi Velia
Un intervento di forestazione protettiva nelle aree a rischio idrogeologico. È il lavoro che gli operai della comunità montana Gelbison e Cervati, in provincia di...

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Un intervento di forestazione protettiva nelle aree a rischio idrogeologico. È il lavoro che gli operai della comunità montana Gelbison e Cervati, in provincia di Salerno, stanno realizzando con un finanziamento di 4 milioni e 700.000 euro in alcuni comuni appartenenti all'ente montano. Lo rende noto il presidente della Gelbison Cervati, Carmine Laurito, spiegando l'importanza di queste opere a difesa e protezione della natura. A Moio della Civitella, nella località di Montemagliano-Retara-Serra Sprovieri, è in atto una cura degli arbusti con irrobustimento delle piante che permetterà una crescita e uno sviluppo della flora. Si sta realizzando il miglioramento dei boschi di latifoglie con l'eliminazione della vegetazione infestante. Gli operai curano le piante autoctone facendo ampio uso anche delle specie fruttifere. Le opere di forestazione sono attuate a protezione dei rimboschimenti (recinzioni, fasce tagliafuoco), prevedendo alla base la via di passaggio per la piccola fauna presente nelle colline del Cilento. Si provvede la realizzare lavori di piccola regimazione idrica con tecniche di ingegneria naturalistica.

 

«Non vanno dimenticate le opere per l'accesso e la gestione dei rimboschimenti per la viabilità interna con sentieri ex novo o da ripristinare e stradelli di servizio», ricorda il presidente della comunità montana Laurito. Il lavoro inoltre risulta utile per prevenire ulteriori danni al territorio. Le piogge e o le bombe d'acqua potrebbero far precipitare a valle detriti e sterpi, ecco perché i lavori di consolidamento sono strategicamente importanti. A «Fiume Freddo», l'area nel comune di Novi Velia che porta al Sacro Monte di Novi, è necessario un intervento di ricostituzione del manto vegetativo, cercando di creare le condizioni minime per un efficace attecchimento della piantumazione con seminagione e avviare un processo per accelerare specie come l'ontano, le graminacee e piante leguminose. Le opere a protezione dei rimboschimenti saranno realizzate con recinzioni e fasce tagliafuoco. I lavori, che andranno avanti sino al 2024, prevedono opere di piccola regimazione idrica la viabilità interna con sentieri ex novo o da ripristinare.

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Il Mattino