Undici i furti contestati. Eseguiti tutti con le stesse modalità e seguendo gli stessi canali di ricettazione che hanno portato i veicoli agricoli, in gran parte trattori,...
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Secondo quanto accertato dai carabinieri, il gruppo provvedeva a rubare trattori e altri veicoli agricoli per poi rivenderli. Molti di loro erano dipendenti delle aziende depredate. Tra gli organizzatori soprattutto tunisini che si servivano della manovalanza italiana, pagando ciascun membro dell'organizzazione cifre variabili tra i 300 e i 500 euro a furto.
Secondo quanto accertato dalla procura di Salerno i ruoli all'interno dell'organizzazione erano intercambiali. Montanera, ad esempio, si occupava di prendere in carico i veicoli rubati per la successiva vendita a terzi. Tra i tunisini Himdi era l'organizzatore e il pianificatore dei colpi e poi si rivolgeva al ricettatore italiano. A volte la progettazione dei furti si intrecciava con l'organizzazione offerta da Nitto, Rozzo e Miozzi. Molti di loro riuscivano a prendere le informazioni utili per mettere a segno i colpi giusti perché all'interno di quelle aziende ci avevano lavorato. Oppure effettuavano dei sopralluoghi essendo aree aperte per poi agire di notte. I trattori venivano poi guidati sotto scorta per evitare di incontrare pattuglie che potessero insospettirsi e consegnate al ricettatore, oppure nascosti in zone con ricca vegetazione per essere trasferiti di giorno.
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Il Mattino