SALERNO- Indagini mai partite, fascicoli caduti prima nel dimenticatoio e poi finiti nei cassonetti della spazzatura. La procura di Vallo della Lucania nel mirino degli ispettori...
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Nelle carte «dimenticate» indagini su persone note e meno note della zona. Ma sono soprattutto i numeri che lasciano interdetti: ben ottanta i fascicoli recuperati dalla spazzatura e messi in ordine cronologico. Carte esaminate attentamente, studiate: casi ricostruiti uno ad uno sui quali ora si sta cercando di fare chiarezza. Partendo da chi quel fascicolo lo ha composto e chi lo ha amministrativamente seguito, si sta cercando di capire perché, ad un certo punto, la pratica si è fermata. E chi ha deciso di farla fermare. Si tratterebbe, comunque, di inchieste mai assegnate ai sostituti procuratori, dal 2009 ad oggi. E la curiosità è che molti dei casi dimenticati risalgono ad un periodo ben preciso, tra il 2012 e il 2013. Questo, almeno, è quanto finora appurato nel corso dell’indagine ministeriale, di quelle che ciclicamente vengono eseguite dal ministero per valutare lo stato di salute dei propri uffici. Bisogna però capire se le pratiche sono state fermate così, a casaccio, oppure se dietro ci sia una strategia ben precisa.
È quindi giallo su quanto accaduto negli uffici della Procura negli anni passati. Anche se, poco più di un anno e mezzo fa, proprio il palazzo di giustizia vallese rientrò nel tour del ministro Andrea Orlando. Dalla Procura al Tribunale la situazione non cambia di molto. Orlando, in quella circostanza, facendo il punto della situazione sullo stato della giustizia in quel territorio, indicato dal ministero come uno dei tribunali «più scassati» d’Italia, parlò di «tutoraggio nei confronti dei tribunali in difficoltà, un canale diretto per accedere ad alcuni strumenti, da quelli necessari alla formazione, a quello informatico, a quelli che riguardano anche la mobilità del personale amministrativo, al fine di colmare i vuoti di organico venutisi a determinare». Fu allora che presentò anche il suo «progetto di carattere organizzativo che ci consenta di dire che si farà un salto di qualità nell’arco di un tempo ragionevole». Mai avrebbe pensato, invece, che sarebbero state trovati fascicoli dimenticati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino