Nocera, giallo sulla morte di Dario: gli amici non ricordano, rischiano l'accusa di falsa testimonianza

Nocera, giallo sulla morte di Dario: gli amici non ricordano, rischiano l'accusa di falsa testimonianza
Nocera Inferiore. Tanti «non so» e «non ricordo» hanno caratterizzato le testimonianze di tre giovani due giorni fa, in Corte d’Assise, nella terza...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nocera Inferiore. Tanti «non so» e «non ricordo» hanno caratterizzato le testimonianze di tre giovani due giorni fa, in Corte d’Assise, nella terza udienza del processo per la morte del 21enne di Nocera Inferiore, Dario Ferrara. Al banco dei testimoni si sono seduti un giovane e due ragazze. Tutti e tre in rapporti di amicizia con la vittima. Tuttavia, nessuno di loro sarebbe stato preciso sulla descrizione di quanto visto, a differenza di quanto fecero verbalizzare all'epoca alla polizia. Per questo, rischiano un'incriminazione per falsa testimonianza. Si parte dal ragazzo, che alla polizia disse che il casco mostratogli dagli inquirenti apparteneva a Francesco Paolo Ferraro, il 25enne accusato di omicidio e colpevole, secondo la procura, di aver colpito Dario due volte alla testa proprio con quell’oggetto. A domanda dei giudici, il giovane avrebbe mostrato grossa incertezza. Lo aveva già fatto una settimana dopo i fatti, raccontando al pm che non ricordava di quella sua conferma. Non sarebbe andata meglio neanche quando gli è stato chiesto di spiegare i motivi del perchè avesse dato un appuntamento alla vittima, proprio il giorno della colluttazione. Durante la sua audizione è emersa invece la circostanza dei rapporti burrascosi tra Dario e il presunto omicida, di un debito non onorato e di una testata, che il secondo avrebbe dato al 21enne, giorni prima del tragico evento. Anche le due ragazze che un anno fa raccontarono alla polizia di aver visto una persona "volare e poi cadere a terra", avrebbero mostrato grossa incertezza davanti ai giudici. Dario morì il 28 aprile del 2015, dopo tre giorni di coma, all’ospedale Umberto I. Imputato nel processo è Francesco Paolo Ferraro, 25enne, accusato di omicidio volontario.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino