Fu ucciso e mutilato nella villetta degli orrori: a processo moglie e figlio

Altri due figli sono parte offesa

La villetta di Giffoni Valle Piana dove la moglie insieme ai figli ha ucciso il marito
Vanno a processo, con la formula del giudizio immediato, Monica Milite e Massimiliano Palmieri, madre e figlio che - con l'ausilio di un altro figlio minorenne e davanti...

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Vanno a processo, con la formula del giudizio immediato, Monica Milite e Massimiliano Palmieri, madre e figlio che - con l'ausilio di un altro figlio minorenne e davanti all'ultimogenito di 11 anni - lo scorso 20 luglio accoltellarono a morte e poi mutilarono e dispersero in un bosco vicino casa il cadavere di Ciro, il capofamiglia, al culmine di una lite familiare avvenuta nella cucina della villetta nella vivevano, alla frazione Curticelle di Giffoni Valle Piana.

La richiesta dei pubblici ministeri Licia Vivaldi e Stefania Faiella presentata al giudice per le indagini preliminari Alfonso Scermino è stata accolta. Madre e figlio (difesi dagli avvocati Francesco Saverio D'Ambrosio e Antonietta Cennamo) dovranno comparire in prima udienza davanti alla Corte d'Assise di Salerno il prossimo 30 marzo. Il figlio maggiore della coppia (che all'epoca era fuori per lavoro), la famiglia d'origine della vittima e il piccolo di 11 anni, quali parti offese, sono invece difesi dall'avvocato Rocco Pinto. Omicidio volontario (aggravato da crudeltà, legami di parentela e presenza di un minore), vilipendio e distruzione di cadavere sono i capi di imputazione contestati a Palmieri e Milite. Per il terzo indagato, il figlio 16enne, procederà la procura minorile. Dopo l'omicidio - ripreso dalle telecamere a circuito chiuso della villetta - Milite denunciò la scomparsa del marito tentando di coprire quanto era poco prima accaduto. Solo dopo un mese, torchiati dai carabinieri ai quali la situazione era apparsa poco chiara fin dall'inizio, confessarono l'orribile violenza e indicarono anche il posto nel quale erano stati dispersi i sacchi neri contenenti i resti del panettiere 43enne. I tre indagati sostennero che Ciro era un violento e che, da anni, ne subivano abusi e vessazioni. Circostanza che sarà approfondita nel corso del processo.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, svolte anche con l'ausilio delle immagini della videosorveglianza della casa e delle intercettazioni, ad originare l'omicidio fu una lite scoppiata mentre la famiglia era a tavola. Ciro avrebbe lanciato all'indirizzo della moglie una bibita. La risposta della donna fu immediata: sarebbe stata lei a sferrare il primo fendente con un coltello recuperato nel vano cappa della cucina. I due figli l'hanno seguita a ruota: il maggiore l'ha immobilizzato e il minore lo ha accoltellato a sua volta, davanti al piccolo di casa che guardava attonito. Poi il branco ha infierito su Ciro, ormai esanime in una pozza di sangue. La fase successiva è raccapricciante: sacchi neri, coltelli, un machete e candeggina per ripulire la scena del delitto e sbarazzarsi del corpo. La pantomima della scomparsa andrà avanti un mese: il 25 agosto i resti vengono recuperati. Il resto è una storia orribile, sfociata in un processo che comincerà il prossimo 30 marzo.
 

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Il Mattino