In carcere da innocenti, accusati di reati che non hanno mai commesso. Ogni anno la Corte d’appello di Salerno definisce tra i 40 e i 50 procedimenti per riparazione...
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Drammatico il caso di D. I. 39 anni, di Eboli, travolto ingiustamente dall’operazione denominata «Doppia X» che, nel 2011, sgominò un giro di spaccio che, dal centro storico di Eboli, si spingeva fino alla piana del Sele. Finito dietro le sbarre nel luglio 2011 è stato assolto solo nel 2015: per 4 lunghissimi anni è stato ingiustamente privato della libertà personale prima, attraverso la custodia cautelare in carcere, poi con gli arresti domiciliari e, infine, attraverso l’obbligo di dimora. Per quel terribile errore ancora non è stato risarcito: il suo legale, l’avvocato Costantino Cardiello ha fatto istanza per riparazione ingiusta detenzione ma, dopo una prima liquidazione, la somma è stata dimezzata ed ora pende un nuovo ricorso in Appello. Quando finì in manette da innocente, il 39enne, sposato e padre di due bambini di soli 6 e 4 anni, aveva un lavoro stabile come dipendente di una rinomata ditta di catering. Quell’arresto, per lui, fu l’inizio di un incubo che, in breve, gli distrusse la vita. Senza più un lavoro, non fu nemmeno in grado di onorare le rate del mutuo e, così, con la sua famiglia dovette trasferirsi dalla suocera. In breve, non è più nemmeno riuscito ad onorare le rate dei finanziamenti già erogati come quelle per l’acquisto dell’auto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino