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Un bagno a mare d’inverno, anche quando la temperatura segna dieci gradi, si può. A offrirci la guida per tuffatori temerari e coraggiosi è un gruppo di salernitani. Hanno dai 40 agli 80 anni, e con la stessa cadenza con cui qualcun altro va in palestra, si danno appuntamento in spiaggia. Prima con il passaparola, oggi con un gruppo WhatsApp che li unisce, per loro le regole da seguire sono poche ma essenziali: attendere una giornata di sole, incontrarsi non più tardi delle 10.30 e portare con sé un costume di ricambio (dopo il bagno se non lo s’indossa i reumatismi fanno presto a bussare alla porta). In città, storicamente, esistono diversi raduni di questo tipo: la tradizione del tuffo a dicembre, come a novembre o a gennaio, esiste da tempo a Mercatello, a Marina di Vietri e alla Baia.
Massimo Siniscalchi, 53 anni, pizzaiolo, lo fa da 25 anni ed è talmente legato alla pratica che ormai si tuffa più quando fa freddo che quando fa caldo. «Una mattina d’inverno, mentre facevo una passeggiata sulla spiaggia, ho trovato un gruppo di bagnanti. Mi sono avvicinato e ho chiesto cosa stessero facendo. Mi hanno spiegato che di lì a poco si sarebbero fatti un bagno e tutti i benefici di quel tuffo. Senza pensarci troppo ho deciso di unirmi a loro». Da quel momento è diventata la sua consuetudine. Con lui ci sono tante altre persone, più o meno giovani, lavoratori e pensionati che, addirittura, se la giornata lo consente, scendono in spiaggia anche al pomeriggio. «I miei compagni hanno anche oltre 80 anni, sfruttano al meglio il loro tempo libero e godono di una nostra grande risorsa, il mare».
A questo punto il gruppo è pronto, oggi si tuffa Tizio, domani sarà Caio a concedersi non più di due minuti al largo, qualcun altro resta ancora cinque minuti a mo’ di lucertola. Due chiacchiere, una risata, un racconto, un aneddoto, come accade anche da giugno a settembre. In spiaggia ci sono uomini e donne, queste ultime, dopo qualche bracciata refrigerante, tornano a casa a cucinare. A guardarli da vicino, oltre a essere indiscutibilmente abbronzati, sembrano godere di una marcia in più, come se quello che ai più appare come un sacrificio, una prova di resistenza, a loro invece restituisce freschezza sulla pelle, bellezza. Sì, proprio come un elisir di lunga vita. I benefici? Il portavoce Siniscalchi non ha dubbi: «Notevoli!» risponde senza mezzi termini. «È un antidepressivo, il suono delle onde e il movimento del mare rilassano corpo e mente, migliora l’umore. In questo momento così particolare è un antistress e aumenta le difese immunitarie». E a chi li bacchetta come nullafacenti Massimo risponde senza mezza termini. «Io lavoro la sera e posso concedermi questo lusso. Non tutti sanno che i bagni invernali sono sconsigliati in caso di malattie croniche del sistema cardio vascolare o di quello nervoso; che migliorano anche le facoltà cognitive impedendo o rallentando l’insorgere di processi di decadimento della memoria e che respirare lo iodio e la salsedine aiuta a mantenere più libere le vie aeree». Appena cala il vento lui andrà di nuovo: quanti ne avrà convinti?
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