Semaforo giallo. In attesa delle controdeduzioni della proprietà, le Fonderie Pisano rischiano lo stop per sessanta giorni «o comunque fino al ripristino delle...
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È con queste motivazioni che l’unità operativa dirigenziale autorizzazioni ambientali e rifiuti di Salerno, a firma del dirigente Antonello Barretti e del responsabile Giovanni Galiano, ha avviato il procedimento con il quale annuncia, se non arrivano convincenti osservazioni ostative al provvedimento, la sospensione per due mesi dell’attività delle Fonderie Pisano. Un atto dovuto, quella della Regione, in base alla legge sul procedimento amministrativo. Ma un atto che, di fatto, mette in luce la gravità della situazione e dice chiaramente che i problemi delle fonderie di Fratte, diversamente da quanto proclamato più volte dalla proprietà, sono tutt’altro che risolti.
Quello che si prefigura, dunque, è un fermo temporaneo, il secondo nell’arco di poco più di un paio di mesi, con annessa diffida, l’ennesima, a «rimuovere le gravi criticità riscontrate». Uno stop che, al momento, non si è ancora concretizzato. L’azienda, infatti, avrà 15 giorni di tempo per presentare le sue controdeduzioni e solo dopo che queste saranno esaminate, si deciderà se far scattare il semaforo verde o quello rosso.
In attesa delle determinazioni finali, restano le carte di avvio del procedimento della Regione Campania. Mentre il primo fermo fece seguito all’ispezione dell’Arpac di Caserta disposta dalla Procura della Repubblica di Salerno, l’avvio del procedimento di ieri che potrebbe sfociare in una nuova sospensione della produzione arriva sulla base di una dettagliata relazione del dipartimento Arpac di Salerno, retto da Vittorio Di Ruocco, chiamato a controllare l’attività della fabbrica dopo la chiusura di febbraio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino