Green pass, Olga la pasionaria in toga che vuole un referendum per l'abolizione

Green pass, Olga la pasionaria in toga che vuole un referendum per l'abolizione
Quando le viene chiesto se si è vaccinata, si trincera dietro un no comment «per motivi di privacy». Fa della «libertà di scelta di ciascun...

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Quando le viene chiesto se si è vaccinata, si trincera dietro un no comment «per motivi di privacy». Fa della «libertà di scelta di ciascun cittadino» il suo vessillo di battaglia ma poi è lei stessa e criticare i «no vax». Dimenticando, forse, che anche quella è una scelta. E lo fa apertamente quando, nel pubblicizzare la raccolta firme per il referendum no green pass, ammette che sono loro gli avversari «più insospettabili quelli che contrastano il referendum da quanto ci arriva via social». Proclama la «libertà» e la «non discriminazione», inneggia dal suo profilo facebook alla «resistenza». Olga Milanese, l'avvocato salernitano tra i tre promotori della raccolta firme avviata sabato scorso via internet, ripete di continuo che, questa, è una iniziativa «giovane che si muove con la forza dei giovani». Saranno proprio loro, giovani e volontari, una volta esaurite le caselle pec per la raccolta delle firme («abbiamo caselle da 5 giga ed altre da 10», dice) a scendere in strada con gazebo e tavolini per raggiungere l'obiettivo delle 500mila sottoscrizioni necessarie a proporre i quesiti di abrogazione delle norme sul green pass alla Corte Costituzionale.

Ma perché proporre un referendum, i cui tempi di organizzazione sono lunghi, su un provvedimento che potrebbe non aver più necessità di esistere una volta superata (proprio con l'immunità di gregge) la crisi pandemica? Una obiezione alla quale risponde sui social, consapevole che gli italiani saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza non prima di aprile 2022: in un lungo post in cui è lei stessa a farsi le domande e anche a darsi le risposte. «Sulla durata temporale del green pass è, del resto, difficile pronunciarsi - scrive - vuoi perché i cittadini, compresi i promotori del referendum, non hanno la sfera di cristallo per prevedere le mosse del governo, come l'ultimo anno e mezzo ha ampiamente dimostrato; vuoi perché il Green pass è stato istituito con legge e atti aventi forza di legge e non con un Dpcm e, pertanto, non solo non decadrà con la cessazione dello stato di emergenza, ma sarà sempre possibile estenderne la validità ai prossimi 5 o 10 o 20 anni, fino a renderlo definitivo per tutti. Che è proprio ciò che il referendum vuole evitare, andando a colpire gli atti istitutivi della misura». Insomma, niente sfera di cristallo ma sicuramente grandi doti di preveggenza che si trasformano in timori. Risponde poi, così, su facebook alle critiche che le vengono mosse: «Perché proporre il referendum ora e non dopo, tenuto anche conto dei possibili, ulteriori provvedimenti che il governo potrebbe adottare (come, ad esempio, quelli sull'obbligo vaccinale)? Semplice. Perché dopo non sarà possibile: a causa delle scadenze incrociate derivanti dalla normativa referendaria e dalla scadenza della legislatura, infatti, non sarà più possibile presentare proposte referendarie fino alla metà del 2024».

Nipote del medico e politico Guido Milanese, eletto nel 2001 deputato con Forza Italia, Olga non è conosciuta in città dagli organizzatori delle diverse manifestazioni no green pass che si sono tenute nel capoluogo in concomitanza con altre grandi metropoli. Al suo fianco, però, ci sono professori universitari come Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, già vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica; e Francesco Benozzo, docente di filologia romanza all'Università di Bologna e responsabile scientifico di centri di ricerca internazionali di antropologia, linguistica e consapevolezza civica. 

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Il Mattino