Era stato accusato del peggiore dei reati: abusi sessuali nei confronti di quattordicenne, una ragazzina che - tra l’altro - conosceva bene tanto che lei lo chiamava...
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I difensori dell’imputato hanno compiuto indagini difensive consistite nell’audizione di alcune persone informate sui fatti che hanno smentito le accuse della persona offesa. Gli accertamenti compiuti sul telefono cellulare dell’imputato dal consulente tecnico del pubblico ministero - si legge nel comunicato - hanno escluso la presenza nella memoria dello stesso di materiale pornografico e di contatti telefonici con la minore. Anche le indagini compiute dalla Polizia Postale, disposte dal giudice dell’udienza preliminare hanno rivelato che dopo la presentazione della querela nei confronti dell’imputato, il cellulare della persona offesa è stato utilizzato quotidianamente e ad alta intensità tanto da pregiudicarne l’integrità dei dati in esso contenuti, «contrariamente - è scritto nel comunicato - da quanto asserito dalla parte civile, difesa dall’avvocato Giusi Caliendo, che aveva sostenuto che il telefono cellulare, dopo la presentazione della denuncia, non era stato più utilizzato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino