Morte all'Hospice con l'iniezione: «Fu omicidio volontario»

Morte all'Hospice con l'iniezione: «Fu omicidio volontario»
Quando praticò quell’iniezione al giovane malato terminale Carmine Giannattasio, sapeva che la dose sarebbe stata letale. I giudici del Riesame accolgono la tesi...

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Quando praticò quell’iniezione al giovane malato terminale Carmine Giannattasio, sapeva che la dose sarebbe stata letale. I giudici del Riesame accolgono la tesi della Procura e confermano la pesantissima accusa di omicidio volontario a carico dell’ex dirigente dell’Hospice «Il Giardino dei Girasoli», Alessandro Marra finito ai domiciliari lo scorso 19 ottobre con l’accusa di aver provocato la morte di un giovane malato terminale attraverso un’iniezione di Midazolan e scarcerato il mese dopo per carenza dei gravi indizi di colpevolezza. L’ordinanza, che accoglie il ricorso del sostituto procuratore Elena Guarino, è stata depositata ieri quando i giudici del tribunale del Riesame (presidente Boccassini, a latere Zarone e Cioffi), hanno sciolto la riserva dopo tre giorni di camera di consiglio sostituendo però la misura dei domiciliari con quella dell’interdizione dalla professione (il provvedimento è sospeso in attesa di un eventuale ricorso dei legali della difesa in Cassazione).


La vicenda era infatti tornata davanti allo stesso collegio del Riesame dopo che la Cassazione aveva annullato, con rinvio, il precedente provvedimento del Riesame che aveva escluso l’ipotesi di omicidio volontario. È quindi toccato nuovamente al Tribunale della libertà vagliare il caso in base ai nuovi criteri stabiliti dalla Suprema Corte che aveva chiesto di accertare «la quantità di soluzione fisiologica utilizzata dal medico e la velocità di discesa del farmaco in vena». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino