OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Sessanta giorni dopo lo sbarco al porto di Salerno i 213 container di rifiuti “italo tunisini” lasceranno il capoluogo e lo scalo marittimo per essere trasferiti nell’area militare di Persano, a Serre. Il lungo braccio di ferro istituzionale tra Regione e Comuni della Piana del Sele, prima, e poi tra Procura di Potenza e le amministrazioni, è terminato. Dalle otto di questa mattina i primi tir di EcoAmbiente, incaricata dalla Provincia per il trasferimento dei container che restano sotto sequestro della magistratura, si muoveranno dal porto di Salerno verso il comune di Serre. Si tratta di uno degli ultimi atti dell’intrigo internazionale che ha visto coinvolti la Sra, azienda che si occupa di rifiuti con sede a Polla, la Regione Campania che ha rilasciato le autorizzazioni ritenute poi sbagliate, il Governo tunisino, quello italiano, la Provincia di Salerno e altri soggetti pubblici e privati, italiani e maghrebini. All’alba dei due anni dalla loro partenza dall’Italia verso la Tunisia, i quattro viaggi dei rifiuti furono intrapresi tra il maggio e il giugno del 2020, ecco quindi la penultima tappa dei container: lo stoccaggio nell’area militare di Persano. Verranno posizionati lì dove, per anni, sono state parcheggiate le ecoballe, le quali sono state tolte proprio per far spazio ai container.
IL TERRITORIO
I sindaci, soprattutto quello di Serre, nel corso di questo braccio di ferro portato avanti con dichiarazioni, dure prese di posizioni e soprattutto carte bollate, ieri non hanno commentato l’arrivo dei rifiuti, ma saranno presenti quest’oggi nei pressi della rotatoria di Borgo Carilia dove i tir transiteranno in mattinata. Saranno presenti anche gli appartenenti del Comitato nato per la tutela dell’ambiente nel territorio. Non si alzeranno barricate, questo è stato riferito più volte dai sindaci, e non dovrebbero esserci blocchi questa mattina, tuttavia i veicoli saranno scortati dalle forze dell’ordine.
LA DENUNCIA
Chi per prima aveva denunciato il caso dei rifiuti italo tunisini, quando ancora gli stessi erano in Africa e quando in Italia ancora non erano state aperte indagini (né attenzione pubblica), è stata la consigliera regionale Marì Muscarà. «Quando quasi due anni fa lanciavamo l’allarme per questa vicenda che pareva interessare solo “25 lettori” di manzoniana memoria, poi però è diventata il buco nero dentro il quale si è manifestata a pieno la fallimentare gestione dei rifiuti campani da parte della Regione», ha tuonato la Muscarà. «Un buco che va dalla raccolta dei comuni alla gestione dei viaggi dentro e fuori l’Italia fino alla mancanza totale dei controlli».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino