I ritardi della giustizia a Salerno: sequestro e lesioni salvati dalla prescrizione

I ritardi della giustizia a Salerno: sequestro e lesioni salvati dalla prescrizione
Prelevato da casa e portato con forza in strada, dove fu picchiato da almeno otto persone. Ad undici anni dai fatti, si chiude con una sentenza di prescrizione il processo nei...

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Prelevato da casa e portato con forza in strada, dove fu picchiato da almeno otto persone. Ad undici anni dai fatti, si chiude con una sentenza di prescrizione il processo nei riguardi di Vincenzo Buonocore, Valerio Damiano, Giuseppe De Vivo, Antonio Nacchio, Vincenzo Pepe e Alfonso Scarpino, accusati di sequestro di persona e lesioni per fatti commessi nel lontano 27 aprile del 2010. A decidere è stata la Corte d’Appello di Napoli, che aveva ripreso il procedimento dopo un annullamento in Cassazione in ragione di difetti di motivazione al Tribunale di Salerno, con una riproposizione puntuale della sentenza di primo grado del tribunale di Nocera Inferiore, che aveva condannato tutti gli imputati dai 4 ai 3 anni di reclusione. Sullo sfondo il pestaggio di Prisco Ceruso, che a causa delle sue intemperanze con la ex convivente - secondo l’impianto accusatorio iniziale - aveva più volte rischiato di provocare l’arrivo delle forze dell’ordine. Circostanza che pare avesse infastidito chi aveva, invece, interessi a gestire una piazza di spaccio a Pagani, lontano da controlli di polizia. La sentenza di primo grado aveva ricostruito i momenti di quell’azione criminale, con l’aiuto anche di testimoni. Sarebbero stati in due a prelevare Ceruso da casa sua, in via Barbazzano, poi caricato a forza su di un’auto, una Lancia Y, diretta alla «Lamia», cuore del centro storico in via Matteotti a Pagani e ritenuto dall’Antimafia zona di riferimento di clan camorristici. Giunti a destinazione, la vittima fu spinta a forza all’interno di un porticato, poi accerchiato e pestato a sangue per almeno quindici minuti. L’uomo rimediò un trauma facciale e la frattura del setto nasale. Ne ebbe per almeno venti giorni, dopo un primo soccorso in ospedale. I fermi, invece, scattarono qualche giorno dopo, con i carabinieri coordinati dalla Procura. La stessa vittima, fu invece trovata prima in casa del fratello. Poi, per almeno venti giorni, risultò disperso.

 

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Il Mattino