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Nessun vizio parziale di mente e nessuna attenuante per la barbara uccisione della piccola Chicca, la cagnolina meticcia massacrata il 15 febbraio 2017 nella zona orientale della città. I giudici non fanno sconti ad Antonio Fuoco, il 60enne salernitano che, come documentato da un video registrato da alcuni passanti che prontamente denunciarono l’episodio, prese a calci il cucciolo della compagna finendo poi per chiuderlo ormai senza vita in una busta di plastica abbandonandolo sull’asfalto. La sentenza è arrivata nel pomeriggio di ieri quando i giudici della Corte d’Appello del tribunale di Salerno hanno confermato a carico del pregiudicato salernitano, già in cella per spaccio di stupefacenti, la sentenza comminatagli dal gup che nell’aprile dello scorso anno lo condannò, all’esito del giudizio con il rito abbreviato, a un anno e nove mesi di reclusione. Accolta quindi la tesi della Procura generale che, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la conferma della pena già inferta all’imputato «pienamente consapevole del gravissimo atto che stava compiendo» e a carico del quale – ha sottolineato il pg nella sua discussione – «non vi è alcuna documentazione atta a suffragare la tesi della difesa di un disturbo parziale di mente». Negate anche le attenuanti generiche a causa dei gravissimi e numerosissimi precedenti penali, «indici della sua inclinazione a delinquere e quindi della pericolosità sociale». Grande soddisfazione è stata espressa dal comitato spontaneo “Uniti per Chicca”.
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Il Mattino