Parla la gang delle auto devastate «Lo facevamo solo per gioco»

Parla la gang delle auto devastate «Lo facevamo solo per gioco»
«Un gioco». Hanno detto di averlo fatto così, per giocare, otto dei nove ragazzi arrestati per aver vandalizzato la notte tra il 10 e l’11 ottobre scorso...

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«Un gioco». Hanno detto di averlo fatto così, per giocare, otto dei nove ragazzi arrestati per aver vandalizzato la notte tra il 10 e l’11 ottobre scorso 60 auto sul lungomare di Salerno. Lo hanno riferito al gip Maria Zambrano che ieri li ha interrogati dopo l’esecuzione dei provvedimenti alla presenza dei loro legali di fiducia, tra i quali gli avvocati Enrico Bisogni ed Enzo Calabrese. Otto di loro hanno risposto alle domande del magistrato, solo uno ha deciso di rendere dichiarazioni spontanee. Ma tutti hanno ammesso gli addebiti, provando a giustificare l’azione criminale come una «bravata». E così hanno spiegato di non essere partiti da San Marzano sul Sarno per una spedizione punitiva ma di essersi trovati per caso a Salerno. Sempre «per caso» avevano dietro le pistole ad aria compressa acquistate il giorno prima e così, quando qualcuno ha lanciato l’idea di sparare contro le auto, gli altri hanno seguito a ruota. Per divertirsi. 


Nessuno dei legali ha fatto richiesta di scarcerazione ma soltanto per uno dei ragazzi è stato presentato un permesso per recarsi a lavoro. Ricordiamo che ai domiciliari sono finiti Ciro Torino, Carlo Verde, Francesco Iaquinardi, Gaetano Verde, Corrado Fiamma, Roberto Pagano, Antonio Marrazzo, Antonio Iaccarino e Alfonso Ciancia. 


Le due pistole ad aria compressa, che loro hanno detto di avere con se dietro per caso, sono state trovate dai carabinieri del maggiore Paolo Rubbo e del tenente Bartolo Taglietti, durante una perquisizione a casa di Corrado Fiamma. Erano state acquistate nella giornata del 10 ottobre, la mattina del raid in pratica, a Poggiomarino da Carlo Verde che, però, le aveva poi consegnate all’amico. Ma forse l’acquisto delle due pistole non era una casualità e neanche una coincidenza. Nel loro gruppo chat «’o sistem» i ragazzi fanno difatti riferimento a un danno avuto al finestrino dell’auto di «Carlett». «Sti piezz e merd cian rutt o vetr a carlett». Annuncio seguito da una foto. E poi: «Chist ciè l’hanno con nuj.. c’amma compurtànu pac chiù buon miez a vie... cnn scassat pur o stero... secondo me vuleva arrubbà o stereo». Poi interviene un altro: «Uagliù i sacc io chi va rutt o vetr.. o saccio io.. amma piglià pe corn».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino