Annabella, figlia del boss morto: «Mi candido per cambiare la città»

Annabella, figlia del boss morto: «Mi candido per cambiare la città»
«Quando mio padre è morto avevo poco più di 19 mesi. Se c’è qualcosa che ho imparato da lui, soprattutto grazie ai miei fratelli, è che...

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«Quando mio padre è morto avevo poco più di 19 mesi. Se c’è qualcosa che ho imparato da lui, soprattutto grazie ai miei fratelli, è che dovevo prendere una strada diversa dalla sua. Oggi mio figlio sogna di essere un magistrato antimafia». Parla così Annabella Serra, combattiva quarantenne che si è contraddistinta negli ultimi anni per una lunga battaglia al fianco delle madri dell’ormai chiuso istituto scolastico Manzoni, aspirante consigliere comunale in sostegno del candidato sindaco Raffaele De Pascale. Il cognome di Annabella è uno di quelli pesanti in città.


Suo padre Salvatore Serra, meglio conosciuto come “cartuccia”, era il boss di Pagani che tra gli anni ‘70 e ‘80 si oppose all’egemonia di Raffaele Cutolo nell’Agro nocerino sarnese. Una guerra che lo portò alla morte con il presunto suicidio nel novembre 1981, circa un anno dopo l’omicidio del sindaco Marcello Torre, suo avvocato. Un’eredità pesante per Annabella ed i suoi fratelli che hanno dovuto affrontare l’onta di essere figli di un personaggio ingombrante. «Gli errori di mio padre hanno fatto in modo che noi potessimo fare altro. Quando ci siamo ritrovati da soli, nostra madre morì a fine anni ‘80, io e i miei fratelli ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati avanti con umiltà e voglia di riscatto» afferma orgogliosa Annabella. Il sangue non si può rinnegare, ma la storia personale può essere diversa da quella dei propri genitori.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino