Costi dieci volte superiori ai ricavi, spese per consulenze e debiti che si sono tramandati di gestione in gestione. Tutti elementi di una società, Aeroporto di Salerno...
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I Bilanci. Sono due le voci di bilancio da legge per capire effettivamente il rosso della società di gestione. Oltre alla differenza tra i costi e il valore della produzione, legata alle attività correnti, infatti, c’è da considerare anche tutto il capitolo dei passivi dello stato patrimoniale. Tradotto, i debiti che la società ha nei confronti di banche, organismi tributari, fornitori ed enti previdenziali. Ed ecco che, quindi, le cifre si sommano. Nel 2015, ultimo bilancio presentato e depositato, i debiti della spa ammontano a 1 milione e 277mila euro. Di questi, gran parte verso i fornitori (880 mila euro). A cui va sommata anche la perdita di esercizio di 1,8 milioni di euro. Per un totale di oltre 3 milioni di euro di buco – contabile e finanziario – che la spa si porta ancora sulle spalle. A fronte di ciò, i ricavi si sono fermati a 228mila euro per la sola aviazione generale. Con una differenza che non può non balzare agli occhi e che ben fa capire come sia necessario il supporto del consorzio.
«La continuità aziendale – si legge nella nota integrativa al bilancio 2015 – è assicurata, per il prossimo immediato futuro, dalla costante manifestazione di volontà del consorzio Aeroporto di Salerno-Pontecagnano di garantire, attraverso tempestive e puntuali operazioni di apporto di risorse finanziarie liquide, la ricapitalizzazione dell’aeroporto in questa fase di start up». Una fase di start up che, dura, però, da anni
Le eredità. Cosa confermata anche nel bilancio consuntivo del 2014, in cui si legge che «il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2014. che evidenza una perdita di 2,6 milioni di euro, è il frutto di una continua attività di start up nella quale la società di gestione viene oramai a trovarsi da alcuni anni, a causa della perdurante e immotivata mancata conclusione del procedimento di gestione totale ventennale». “Colpa”, dunque, del ministero dell’Economia ma non solo. «Il deficit strutturale (ndr.la pista) - continua la relazione integrativa al bilancio – non consente di ricevere traffico tale da incrementare in maniera importante i ricavi. Ad oggi, infatti, la parte attinente agli introiti è legata esclusivamente all’aviazione generale che risulta non sufficiente a coprire i costi». Eppure la realizzazione della pista è sempre stata definita una priorità di intervento, da parte di tutti i presidenti che si sono succeduti sulla poltrona della società, per consentire al Costa d’Amalfi di diventare effettivamente il secondo scalo della Campania. Anche nel 2014, oltre i 2,6 milioni di euro di perdita di esercizio, va considerato anche il milione e 600mila euro di debiti verso istituti di credito e fornitori. Per un totale di 4,2 milioni di rosso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino