La commozione dei nonni nella stanza degli abbracci

Stanza degli abbracci Sarno
Le mani si muovo all’interno della plastica restituendo un suono strano al quale nessuno è abituato quando abbraccia una persona. I movimenti sono fluidi, seppur...

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Le mani si muovo all’interno della plastica restituendo un suono strano al quale nessuno è abituato quando abbraccia una persona. I movimenti sono fluidi, seppur quasi ostacolati da quel velo di gomma che si frappone al calore umano. Eppure ciò che è profondamente asettico, freddo, sterilizzato, in questo caso assume i contorni di uno spazio di sensi e sentimenti. E le emozioni fluiscono con naturalezza e la commozione diventa palpabile dinanzi a quelle braccia che si fanno spazio tra il bianco latte della plastica.

Così la stanza degli abbracci allestita alla Rsa Santa Rita di Sarno, una struttura che ha ricreato un ambiente sicuro per potersi guardare negli occhi, parlarsi, sentirsi. Con l’amministratore unico, Nilde Renzullo, il direttore generale, Romeo Barbato, la Rsa che accoglie numerosi ospiti, dinanzi alle norme, al distanziamento, alla impossibilità per i nonni di vedere i propri familiari, ha ricostruito un luogo del cuore in quello spazio dedicato agli abbracci, alle mani che si stringono. 

Piccoli gesti d’amore in una struttura gonfiabile, sanificata dopo ogni incontro. «Ho abbracciato mia figlia, ed anche con la plastica ho sentito il suo calore«. Dice nonna Michelina stretta con le mani al petto mentre i suoi occhi azzurri incontrano quelli della figlia. E così Otello, anche se i suoi ricordi sono un po’ sbiaditi. «Sono contento». 

 

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Il Mattino