La coppia scoppia: divorzi raddoppiati in due anni

La coppia scoppia: divorzi raddoppiati in due anni
«Amore che vieni, amore che vai», cantava Fabrizio De André. E canterebbe così ancora oggi. Perché se aumenta il numero di matrimoni, cresce pure...

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«Amore che vieni, amore che vai», cantava Fabrizio De André. E canterebbe così ancora oggi. Perché se aumenta il numero di matrimoni, cresce pure quello dei divorzi. Lo dice l’Istat, in termini nazionali, nel suo ultimo report. Lo conferma, in termini locali, l’Associazione avvocati matrimonialisti italiani di Salerno. La città di Arechi, anzi, è una di quelle in cui ci si separa e si divorzia di più.


I dati, aggiornati allo scorso 18 novembre, parlano di un incremento che per fine anno pare destinato a sfiorare il 100% rispetto al 2014. Se due anni fa i divorzi giudiziali che si contarono presso il Tribunale di Salerno furono 123, quest’anno hanno già toccato quota 217. Un incremento notevole non solo rispetto al 2014 ma anche al 2015, che di divorzi giudiziali ne contò 185. Il boom non è casuale. A contribuire al suo aumento già a partire dallo scorso anno è la cosiddetta legge sul «divorzio breve». Entrata in vigore a maggio del 2015, la normativa ha accorciato il periodo che deve intercorrere obbligatoriamente tra il provvedimento di separazione e quello di divorzio: non più i tre anni prima previsti, ma sei mesi per le separazioni consensuali e un anno per quelle giudiziali. La variazione della norma ha avuto, e potrebbe ancora avere, quello che l’Istat definisce un «effetto di cadenza».

Ossia, ha fatto anticipare al 2015 e al 2016 una gran parte di quei divorzi che con la vecchia normativa avrebbero visto decorrere i termini temporali molto più tardi. Tant’è che l’avvocato Marianna Grimaldi, segretario Ami Salerno, precisa: «La causa dell’aumento di divorzi non è certo della legge sul divorzio breve. Anzi – aggiunge – i coniugi che intendono chiudere il loro rapporto ci pensano più a lungo prima di fare il passo, perché sanno che avranno meno tempo per un’eventuale riconciliazione».
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Il Mattino