San Pietro al Tanagro. Lo zio a Londra. Lei, una ragazzina di meno 18 anni, in Eritrea. Un viaggio, impervio, pericoloso, tra dune e onde, tra paure e speranze, per un abbraccio...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A ottobre scorso Furtuna inizia la sua fuga da povertà e pericoli e comincia il suo viaggio, prima a bordo di carovane strapiene attraversando il Sudan e la Libia, poi su un barcone verso la Sicilia. Terrore e speranze si alternano come le onde che è costretta ad affrontare insieme ai suoi tanti e sconosciuti compagni di viaggio. Arriva a Lampedusa dove viene accolta dai volontari e dalle associazioni italiane. Ci sono anche gli operatori della cooperativa Iskra, che opera nel Vallo di Diano e che ha una struttura di prima accoglienza per minori a San Pietro al Tanagro (voluta fortemente dal sindaco Domenico Quaranta). Furtuna viene accompagnata nel piccolo paese valdianese da dove tenta più volte la fuga per cercare di raggiungere Londra e suo zio.
La «fuga» per gli eritrei pare quasi una necessità, ma i responsabili e gli operatori della Iskra riescono a farle capire che esiste un modo legale per poter riabbracciare lo zio. Inizia quindi il lungo iter burocratico. Entrano in gioco le «Unità Dublino» italiane e britanniche. Fondamentale anche il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, guidati dal capitano Emanuele Corda, e della stazione di Polla comandata dal maresciallo Danilo Marzullo. In campo pure la Questura di Salerno e le varie associazioni in difesa di migranti e minori. Dopo diversi mesi la favola diventa reale e Furtuna diventa così il primo caso di ricongiungimento familiare di una minorenne eritrea realizzato nell’ambito dei programmi di prima accoglienza (Fami) in Italia e tra i pochi realizzati in Europa.
Prima di partire, in aereo verso Londra, Furtuna lascia un video messaggio che il Ministero - secondo quanto riferito dal responsabile della Iskra, Umberto Sessa - utilizzerà per spiegare anche agli altri eritrei che un modo legale per incontrare i propri cari è possibile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino