La protesta dei prof no vax: «Non lavoriamo per 36 ore»

La protesta dei prof no vax: «Non lavoriamo per 36 ore»
Ritorno a scuola dei professori no vax, c’è la protesta sul loro utilizzo. Tornati a scuola lontano dagli studenti, i docenti non vaccinati devono lavorare per 36 ore...

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Ritorno a scuola dei professori no vax, c’è la protesta sul loro utilizzo. Tornati a scuola lontano dagli studenti, i docenti non vaccinati devono lavorare per 36 ore settimanali e non per 18 ore come previsto dal contratto dei docenti. La misura sta mandando in tilt le scuole. Perché dall’1 aprile, giorno del ritorno a scuola dopo tre mesi di sospensione, molti no vax in alcune scuole hanno comunicato la loro volontà di mettersi in aspettativa fino a fine anno. Altri professori no vax presenti stanno lavorando in biblioteca o in supporto all’attività di programmazione, progettazione e documentazione. Ma sempre per 36 ore settimanali. E scoppia la protesta. «Non si escludono ricorsi contro le loro modalità di utilizzo, siamo pronti a tutto», confida un dirigente scolastico.

E si alza l’ira dei sindacati. «Il problema non è solo quello dei docenti ma quello degli Ata no vax – dice Giuseppe Frallicciardi, referente territoriale Uil scuola Salerno - Vergognoso il loro utilizzo per 36 ore. Il Ministero dovrebbe ascoltare chi lavora nelle scuole. Si stanno pagando 3 persone su una cattedra. Bastava che si lasciasse far tornare a scuola e in classe i docenti no vax con un semplice tampone». Poi l’affondo: «C’è un caos incredibile sulle modalità di utilizzo per 36 ore dei prof no vax». I presidi si trovano a gestire una grana di non poco conto. Ecco cosa chiarisce il ministero dell’Istruzione sulle modalità di impiego dei no vax. Tra le attività di supporto alle funzioni scolastiche in cui sono stati utilizzati da ieri i prof no vax c’è «il servizio di biblioteca e documentazione – scrive il ministero dell’Istruzione - l’organizzazione di laboratori, il supporto nell’utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche, le attività relative al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell’ambito del progetto d’istituto. Inoltre, per quanto concerne la determinazione dell’orario di lavoro, la prestazione lavorativa dovrà svolgersi su 36 ore settimanali, al pari di quanto previsto per i lavoratori temporaneamente inidonei all’insegnamento nonché per tutto il personale docente ed educativo che a vario titolo non svolge l’attività di insegnamento ma viene impiegato in altri compiti».

Quanti sono i no vax in attività dall’1 aprile? Secondo una prima stima circa 90 tra i prof e 100 tra gli Ata, su un bacino di 120 prof no vax e 180 Ata aventi diritto a tornare a scuola dopo la sospensione di tre mesi per non aver rispettato l’obbligo vaccinale. Gli altri no vax non tornati a scuola hanno comunicato ai presidi la loro aspettativa o il congedo fino a fine anno. «Come sempre l’amministrazione ha dimostrato di essere miope rispetto a ciò che accade realmente nelle scuole - rincara la dose Frallicciardi - Tanta confusione e ancora discriminazioni tra docente e personale Ata. I docenti tornano a scuola ma non si capisce bene a far cosa, a 36 ore, come se avessero perso la loro funzione e avessero cambiato profilo…Sono docenti e non amministrativi o bibliotecari». Intanto, con la fine dello stato di emergenza Covid-19, prende il via il graduale alleggerimento delle restrizioni: tra le misure più discusse c’è sicuramente il nuovo impianto di regole che riguardano il mondo della scuola. Torna la possibilità di svolgere uscite didattiche e viaggi d’istruzione. «Nonostante la pandemia – dichiara Daniela Novi, preside dell’Istituto superiore Giovanni XXIII di Salerno - i nostri studenti si sono recati in Germania per concludere un progetto Erasmus Plus, dal titolo Energizing people, sull’utilizzo delle energie alternative e sul rispetto dell’ambiente. Inoltre hanno svolto due interessantissime mobilità on line in Slovacchia ed in Svezia, nonché una in Croazia, per un altro progetto Erasmus. È proprio nell’ambito di questo progetto, incentrato su una Start Up di un’azienda di prodotti locali che intende commercializzare i propri manufatti all’estero, che dal 4 all’8 Aprile 2022 studenti e docenti di ben 5 nazioni europee, Romania capofila, Croazia, Spagna, Portogallo e Turchia, si ritroveranno presso il nostro istituto per vivere la quarta mobilità Erasmus». 

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Il Mattino