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«Vogliamo il pane ma anche le rose». È lo slogan con cui anche a Salerno, questa mattina davanti alla Cittadella giudiziaria, i magistrati onorari hanno protestato contro la riforma Orlando che ha previsto – spiegano – “l’impiego dei magistrati onorari nell’ufficio per il processo, aggiungendo alle attività giudiziarie nuovi compiti, senza prevedere retribuzione per i giudici e i pubblici ministeri onorari già in servizio”. Con una nota del primo dicembre scorso, il Dipartimento degli Affari di Giustizia ha ribadito questo concetto, così come lo stesso Ministro Bonafede aveva risposto a una interrogazione parlamentare citando gli atti dell’Assemblea Costituente, che definì la magistratura onoraria come «l’espediente migliore per facilitare la risoluzione del problema del miglioramento delle condizioni economiche dei magistrati». «Non è più tempo di espedienti», protestano dicono giudici di pace, vice- procuratori onorari e gip del Tribunale di Salerno. Il Movimento Sei Luglio, il 28 ottobre scorso, aveva dichiarato di sospendere lo stato di agitazione, a fronte della presentazione, da parte della maggioranza di Governo, di un ddl migliorativo. La discussione si è poi arenata e lo stato di agitazione è stato nuovamente proclamato «fino a che – spiegano i magistrati - il Governo non riconoscerà tutti i diritti spettanti in base alla Costituzione repubblicana e al diritto europeo».
Il Mattino