Omicidio stradale aggravato dall'assunzione di sostanze stupefacenti. È il titolo di reato contestato all'attore Domenico Diele dal sostituto procuratore Elena...
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Il sostituto procuratore titolare dell'inchiesta già in sede di convalida del fermo aveva chiesto per lui il carcere ma il gip non glielo aveva concesso. Diniego della custodida cautelare in cella fatto anche dai giudici del Riesame che non accolsero l'appello della procura ritenendo la «misura cautelare in atto sia pienamente adeguata all'esigenza cautelare e alla personalità di Domenico Diele in quanto lo isola impedendogli ogni possibilità di locomozione e anche di contatto o comunicazione con persone diverse dalle conviventi. Così facendo gli impedisce di rifornirsi di altro stupefacente non potendo contattare il fornitore e, soprattutto, gli impedisce di utilizzare l'auto».
L'auto. È proprio questo uno dei punti critici sui quali si è sempre basata l'accusa contro Diele. L'attore al momento dell'incidente aveva la patente ritirata. Nonostante ciò aveva deciso di prendere la propria Audi e di andare in Basilicata al matrimonio di una cugina, facendo tardi e correndo a velocità sostenuta per rientrare quanto prima nella capitale dal momento che poi di qui sarebbe dovuto ripartire l'indomani per la Puglia dove stava girando un film.
Un dettaglio sul quale il sostituto procuratore Cosentino torna anche nel sui avviso di conclusione delle indagini preliminari evidenziando come al momento dell'incidente l'attore avesse disponibilità di droga che era anche nel portacenere della sua auto; quindi la presenza, nelle urine, di oppiacei e cannabinoidi; e che aveva affrontato un viaggio di 450 chilometri con la patente sospesa e con un'auto priva di copertura assicurativa tutto questo per un motivo futile: andare al matrimonio della cugina.
Anche se il provvedimento del gip era stato contestato, il giudice per le indagini preliminari Fabio Zunica ha sempre usato nel suo provvedimento parole molto forti nei confronti del giovane attore ritenendo che «il giudizio sulla ritenuta propensione specifica dell'indagato alla commissione di illeciti dello stesso genere di quello per cui si procede appare inoltre significativamente corroborato dalla circostanza che Diele si è messo alla guida della sua vettura, con una presenza, nell'organismo, di sostanze stupefacenti». Quindi aveva scritto: «a prescindere dalla prova dell'effettiva incidenza sull'equilibrio psico-fisico, vale a delineare in termini ulteriormente negativi, la personalità dell'indagato, tanto più se si consideri che la consuetudine con gli stupefacenti era già emersa in precedenti, diverse occasioni». Ricordando che Diele «il 7 gennaio 2009, era stato segnalato a Siena dalla Guardia di Finanza di Gioia Tauro perché in possesso di hashish».
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Il Mattino