Falsi diplomi per lavorare nelle scuole del nord, scattano i primi licenziamenti e le prime revoche delle supplenze. Su quattro bidelli salernitani piomba lo stop agli incarichi....
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Due filoni di indagine amministrativa sono all'opera, già da prima del grave rogo doloso appiccato il 2 dicembre scorso negli archivi del Provveditorato di Salerno dove sono stati incendiati documenti relativi a titoli e registri di esami di Stato. Tra Natale e Capodanno è emerso da fonti dell'amministrazione scolastica e da scuole salernitane che a carico di tre bidelli originari di Salerno è stata disposta la revoca della supplenza annuale, mentre per un quarto bidello è scattato il licenziamento. Le prime conseguenze amministrative sullo scandalo dei diplomi di qualifica falsi e sui titoli di servizio non regolari arrivano però da fuori regione. L'accusa è seria: sarebbero stati dichiarati titoli fasulli per strappare un incarico a tempo determinato per tutto l'anno scolastico. Le scuole che stanno curando i fascicoli dei bidelli salernitani sono localizzate nel Veneto, ma anche nelle Marche e in Abruzzo. La revoca dell'incarico scatta dopo l'accertamento di titoli fasulli e non regolari. Ecco cosa è stato scoperto: in alcuni casi il diploma di qualifica dichiarato era falsificato, riprodotto e senza alcun riscontro nei registri di scuole paritarie o statali salernitane: queste ultime hanno segnalato tutto alle forze dell'ordine in quanto parti lese. In altri casi i bidelli avevano gonfiato i titoli di servizio dichiarando di aver prestato servizio per anni in scuole paritarie, ma si è accertato che mancavano i versamenti all'Inps per poter attestare il servizio con regolarità e farlo valere nelle graduatorie.
«Ma è solo l'inizio, pronostica un funzionario del Provveditorato di Salerno. Sarebbe la classica punta dell'iceberg. I bidelli finiti per ora sotto accertamento titoli sono quattro, ma il numero è destinato a salire. L'inchiesta si allarga. Sullo scandalo qualifiche professionali fasulle e sui titoli di servizio gonfiati sta indagando anche l'amministrazione scolastica regionale guidata in Campania dalla direttrice generale Luisa Franzese. I sospetti erano serpeggiati già da ottobre. E adesso vengono a galla nelle regioni del nord i primi casi di bidelli salernitani furbetti. Altro fronte caldo e non meno inquietante è quello che riguarda i docenti con titoli di sostegno falsi. Dopo la denuncia formale della Franzese a carico di due enti di formazione salernitani, si apprende che sono stati incardinati i primi procedimenti di revoca incarico e disciplinari a carico di almeno tre docenti salernitani. Gli accertamenti amministrativi si legano anche a quelli della Procura di Napoli che ipotizza un collegamento col rogo del 2 dicembre negli archivi del Provveditorato di Salerno. I titoli di sostegno dichiarati non erano conformi alla legge ma hanno permesso ai docenti di beneficiare di una corsia preferenziale per insegnare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino