Ha tradotto nella lingua dei segni il discorso di fine anno del presidente Mattarella. I dieci milioni di italiani che hanno seguito il messaggio del capo dello Stato hanno potuto...
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Antonella Bertone è arrivata nel pomeriggio del 31 dicembre negli studi del Tg 2. Il discorso di Mattarella era stato registrato in precedenza nella sala dei Tofanelli al Quirinale. Ha avuto il tempo di leggere il testo, è passata poi al trucco, alle 20,30 si è accesa la telecamera: mentre veniva mandato in onda il messaggio del presidente, Antonella Bertone lo traduceva in diretta nella lingua dei segni. «La redazione è stata molto cortese e voleva mettermi un gobbo, ma non l’ho voluto mi avrebbe creato un’interferenza linguistica – racconta l’interprete salernitana - Preferisco sentire e tradurre. Il presidente usa un eloquio articolato nella forma, era preoccupata per questo, per cui all’inizio ho avvertito una certa tensione».
Mentre il mondo politico analizza il contenuto del discorso di fine anno dividendosi tra favorevoli e critici, Bertone si sofferma sulle sue peculiarità linguistiche. «Il testo era fluido, era piacevole tradurlo - spiega - Solo qualche punto è stato ostico. Bisogna pensare che il passaggio dalla lingua italiana a quella dei segni è una traduzione a tutto tondo, quindi è una cosa complessa. Quando traduco i contenuti dei servizi dei telegiornali la caratteristica è la fretta, il tempo è pochissimo. Invece il presidente ha i suoi tempi. Alla fine penso che sia andato tutto bene, almeno così mi hanno detto i miei colleghi. Il nostro è un lavoro delicato. Noi interpreti siamo un apparecchio acustico umano». La scelta del look è stata in perfetta linea con la sobrietà della serata: «Ho deciso di indossare un abito blu essenziale e pochi gioielli. Si trattava di una comunicazione istituzionale, non ero io il personaggio importante, ma il presidente della Repubblica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino