Da Cava de' Tirreni, l'appello per Lola: «Malata di Sla e abbandonata»

Lola è costretta a letto da 27 anni, la denuncia: «Condizioni non degne, ora penso all’eutanasia». Gli amici scrivono a due Ministeri e alla Regione: «Ridotta l’assistenza domiciliare, servono fondi»

Lola, ammalata di Sla
Ventisette anni di Sla e anche di «vita piena»: cinque libri scritti, spettacoli teatrali, poesie e coreografie. Da due ann, però, il vuoto di assistenza ha...

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Ventisette anni di Sla e anche di «vita piena»: cinque libri scritti, spettacoli teatrali, poesie e coreografie. Da due ann, però, il vuoto di assistenza ha portato Lola, all’anagrafe Apollonia D’Arienzo, di Cava de' Tirreni, 62 anni ex maestra di danza, ad avvicinarsi all’ipotesi dell’eutanasia. «Bella strada per risparmiare i pochi spiccioli che costa un’ammalata di Sla - scrivono in una lettera denuncia i rappresentanti dell’associazione Amici di Lola - Da qualche mese Lola accarezza l’idea della dolce morte, spossata nel corpo e nella consapevolezza di non esistere per quanti prendono decisioni, per i quali lei è una spesa a fondo perduto». 

Gli amici di Lola hanno voluto lanciare un grido di aiuto con una lettera molto accorata e lucida al ministro della salute Orazio Schillaci, al ministro delle disabilità Alessandra Locatelli e al presidente della Campania Vincenzo De Luca. Lolita, come la conoscono tutti, oggi ha 62 anni ma il suo viso ne dimostrano trenta di meno. I suo occhi azzurri e il suo sorriso sono gli stessi che a 6 anni la portarono a conoscere il suo grande amore: la danza. Una passione che coltivò da subito, nonostante agli esordi i suoi genitori non fossero entusiasti. A 18 anni aveva aperto la sua prima scuola di danza. A 35 la malattia l’ha costretta a letto. «Ha dato e fatto molto di più da ammalata che da sana - scrivono - cinque libri, otto rappresentazioni teatrali, interviste radiotelevisive, articoli, fondazione di un’associazione di volontariato

Da quasi due anni però Lola ha visto ridurre l’assistenza domiciliare e l’assegno di cura, dovendo ricorrere ad ulteriori badanti private che, data la mole di lavoro e responsabilità che un’ ammalata di Sla richiede quotidianamente, h24, sono pressoché introvabili e sempre più costose. Una veloce stima al ribasso porta a quantificare una spesa mensile che supera i 3mila euro. Amici e familiari si chiedono se non esistano fondi statali sufficienti a garantire cure e assistenza a malati gravi come Lola. Così Lola ha iniziato a pensare all’eutanasia parlandone con i suoi cari. «Appare quasi semplice essere tentati dalla morte quando la vita comporta elemosinare briciole di pietà dallo stato», dicono. Come spiegano i suoi amici le vengono assicurate solo 30 traverse al mese: un numero che testimonia l’abbandono delle istituzioni. «Lola, il figlio, la sorella ed il fratello non hanno più la capacità di gestire l’assenza delle istituzioni - dicono i suoi cari - sono incapaci di risolvere una situazione che purtroppo riguarda migliaia di famiglie che hanno ancora a cuore la volontà di vivere in modo più degno le tracce che la vita ha messo loro accanto».

 

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Il Mattino