«Luci d'artista a Salerno, bene gli art director ma ora kermesse più attrattiva per i turisti»

«Luci d'artista a Salerno, bene gli art director ma ora kermesse più attrattiva per i turisti»
Su un dato sono quasi tutti d'accordo: quelle viste negli ultimi anni, tutto erano fuorché Luci d'artista. Luminarie più o meno graziose, ma senza alcuna...

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Su un dato sono quasi tutti d'accordo: quelle viste negli ultimi anni, tutto erano fuorché Luci d'artista. Luminarie più o meno graziose, ma senza alcuna cifra stilistica di rilievo e con poche, pochissime firme. «Quindi ben venga la presenza di due art director torinesi che sapranno sicuramente dare il loro tocco e valorizzare l'aspetto artistico della manifestazione che nel tempo si è andato progressivamente perdendo», dice Nello Ferrigno, autore delle installazioni denominate Il mito, realizzate nel 2015 per Salerno e poi esportate a Torino e Pescara. «Se l'evento è stato battezzato Luci d'artista, allora non possiamo vedere in giro addobbi natalizi che non hanno nulla a che vedere con un altro tipo di lavoro e di filosofia - continua - Speriamo anzi che si possa recuperare lo spirito originario del progetto». Anche Lucio Ronca della Cna è dello stesso avviso: «La presenza di due professionisti, tra l'altro particolarmente apprezzati su scala nazionale e non solo, è fondamentale per rendere attrattiva una kermesse che, in particolare nelle ultime edizioni, aveva perso un po' di smalto e di questo credo ne abbia risentito anche il turismo». Francesco Rizzo, architetto, lancia una proposta: «La supervisione dei colleghi servirà sicuramente a migliorare la qualità della proposta. Dal canto mio, dopo tanti anni, cambierei il nome dell'appuntamento natalizio e anche la formula. Arte e luce, anziché Luci d'artista, con la proiezione di opere luminose sui principali monumenti cittadini o anche sui suoi scorci più nascosti e degradati, come la parte alta del centro storico. Sarebbe un'occasione per far scoprire anche ai turisti tutte le bellezze di Salerno, a partire dai palazzi nobiliari di via Tasso: palazzo Ruggi d'Aragona, palazzo Conforti, palazzo Copeta».

La scelta di Luca Pannoli e Maria Cristina Milanese dello studio piemontese Ondesign apre anche altre riflessioni: «Mi interrogherei sui benefici che Luci d'artista è in grado di portare al territorio, ristorazione a parte - precisa l'artista Greenpino - Bisogna potenziare il trasporto pubblico, installare dei bagni, tutti servizi che sono scontati in altre realtà con o senza luminarie. Da un punto di vista artistico sarebbe interessante se riuscissimo ad avviare un percorso di autoproduzione, facendo di Salerno un hub capace di lavorare sulle luci tutto l'anno. Come? Ad esempio coinvolgendo almeno in parte artisti, designer e artigiani del territorio per realizzare delle opere in loco e iniziare a creare un'economia interna». L'auspicio di Agostino Ingenito dell'Abbac è che questo nuovo corso segni l'inizio di un dialogo maggiore con l'amministrazione comunale: «Questa decisione non può che trovarci favorevoli. All'assessore alle Attività produttive e al turismo Alessandro Ferrara e al delegato alla cultura Ermanno Guerra chiediamo però di ascoltare le associazioni e di concertare insieme la creazione di veri pacchetti turistici, con offerte modulate, in modo da migliorare l'accoglienza e intercettare nuovi flussi di visitatori». Possibilmente di un livello più alto di quello che si è visto in passato, sottolinea Marco Salvatore di Federmoda: «Il turista mordi e fuggi che non spende neppure un euro per una bottiglia d'acqua perché arriva con la colazione a sacco non è in grado di dare nulla a Salerno né alle sue attività. Al di là delle opere luminose, è l'intera architettura dell'iniziativa che va ripensata in modo da poter diventare attrattiva per visitatori interessati a restare in città anche per più giorni, altrimenti non ha alcun senso». Un senso, invece, probabilmente ce l'ha, chiarisce Michele Piastrella, guida turistica: «Luci d'artista ha portato dei benefici indiretti alla nostra città, nel senso che il grande fermento mediatico ha fatto sì che tante persone si siano interessate a Salerno e la abbiano scelta come meta. Se parliamo di qualità dell'offerta artistica il discorso cambia, ma è anche vero che sia gli italiani che gli stranieri amano girare per le città riccamente addobbate durante il periodo natalizio, vedi il successo che ha conquistato Sorrento. A Salerno questa qualità negli ultimi anni è peggiorata, non si può parlare di opere d'arte. E questo è un ostacolo che i due art director potrebbero superare, perché c'è bisogno di infondere nuova linfa e innovazione in questo processo». 

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Il Mattino