Luci, «residenti prigionieri»: pronta una class action

Luci, «residenti prigionieri»: pronta una class action
Gli si potrebbe avvicinare, ché non suonerebbe male, ma non è il nome di una lista civica. Come ogni gruppo che si rispetti, «Residenti resistenti» si definisce «apolitico e...

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Gli si potrebbe avvicinare, ché non suonerebbe male, ma non è il nome di una lista civica. Come ogni gruppo che si rispetti, «Residenti resistenti» si definisce «apolitico e apartitico». Laddove per politica s’intende quella dei simboli e delle bandiere. Perché, in riferimento alla politica intesa come attività relativa all’organizzazione e all’amministrazione della vita pubblica, il gruppo di Facebook è politico eccome. Creato, com’e, da «residenti sull’orlo di una crisi di nervi» il giorno dopo il grande caos di Luci d’artista edizione X.

Il gruppo, che nell’arco di poche ore ha superato quota 1500 iscritti (tra chi ha cliccato volontariamente l’ok e chi, suo malgrado, vi è stato inserito), racchiude «quanti, abitando nel centro di Salerno, sono stufi di essere reclusi nelle proprie case ogni fine settimana, per il caos generato da Luci d’artista». Da qui, l’urlo, quello digitato sulla tastiera e gridato da dietro a uno schermo, «facciamoci sentire!». L’idea è partita in mattinata dal giornalista Gabriele Bojano - in veste, come precisa, di «residente del centro di Salerno» - dopo una domenica infernale. «Se quella che abbiamo vissuto ieri è stata la prova generale delle domeniche di dicembre che ci aspettano io urlo con quanto fiato ho in gola: non ci sto!». Perché, non solo in auto, «ma ora è diventato impossibile anche uscire a piedi – incalza Bojano - Ieri sera il centro era impazzito tra ressa di visitatori e autobus che, per dirla alla Totò, per andare dove dovevano andare non sapevano dove andare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino