Mamma non testimonia per il figlio «Mi ha minacciato, resti in cella»

Mamma non testimonia per il figlio «Mi ha minacciato, resti in cella»
Per tre volte non si è presentata a testimoniare davanti ai giudici della prima sezione penale negando così al figlio una possibilità di riscatto: uscire dal...

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Per tre volte non si è presentata a testimoniare davanti ai giudici della prima sezione penale negando così al figlio una possibilità di riscatto: uscire dal carcere e cercare di migliorare la sua vita, magari anche con dei programmi di recupero specifici. L’ultima volta che la donna ha disertato l’aula del tribunale è stato ieri. Tanto che i magistrati hanno disposto per la ultra sessantacinquenne, l’accompagnamento coatto. Eppure la sua testimonianza potrebbe aiutare il figlio ad uscire di carcere.


A spedirlo a Fuorni era stata proprio lei a febbraio scorso, dopo l’ennesimo litigio per soldi. L’uomo, 47 anni, ai domiciliari presso l’abitazione della madre, per l’ennesima volta l’aveva minacciata per chiederle soldi che gli sarebbero poi serviti per farsi comprare bottiglie di alcol. Lei si rifiutò e lui andò in escandescenza, minacciandola di morte. Minacce, ha ricordato più volte ricordato il suo legale ai magistrati, l’avvocato Rosario Fiore, soltanto verbali. Minacce verbali che, visto il rapporto di familiarità tra le parti, secondo una sentenza della Cassazione non dovrebbe essere punita con il carcere ma semplicemente con l’allontanamento del soggetto. Ma i giudici, e ieri il collegio è stato anche ricomposto con la sostituzione di alcuni elementi, intendono sentire la donna come teste prima di disporre la scarcerazione come richiesta dal difensore. La prima convocazione era per giugno scorso ma la 65enne non si presentò. Così, calendario delle udienze alla mano, i giudici la riconvocarono dopo quindici giorni. Da fine giugno l’udienza è slittata a ieri ma la donna ha nuovamente dato forfait. Di qui l’ordine dei magistrati all’accompagnamento coatto per il mese di dicembre. 


In pratica i giudici intendono sentire la donna e capire se il figlio le abbia mai concretamente usato violenza dal momento che era agli arresti domiciliari per espiare una pena per tentato omicidio. La vittima aveva difatti raccontato alla polizia, intervenuta nella sua abitazione su chiamata dell’altra figlia, che il 47enne le aveva urlato «allora non hai capito che devi darmi i soldi perchè mi servono... se non me li dai spacco tutto qua dentro.. sei una donna di merda... mo’ ti metto con la testa dentro il water». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino