Si chiamava Marian Shaka una delle 26 donne migranti arrivate morte a Salerno una settimana fa con la nave spagnola Cantabria. Era nata in Nigeria il 7 febbraio del 1997. Aveva...
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Da piccoli particolari si possono, forse, raccontare delle storie, ipotizzare sogni, ideali, speranze di queste tante giovanissime donne che rimarranno, probabilmente, intrappolate in un numero, senza alcun altro segno di riconoscimento. Erano bellissime, racconta chi ha avuto modo di vederle, molte di loro, e nonostante tutte le sofferenze, erano ben curate, con capelli perfetti e smalto sulle unghie. Vestite all'occidentale, jeans e maglietta, come le ragazze di oggi. Alcune indossavano due pantaloni, due slip, due t-shirt, presumibilmente come ricambio da portare con sé, altre, invece, non avevano la parte di sopra degli indumenti, probabilmente deterioratasi durano il naufragio.
La pista più probabile della loro morte, intanto, resta quella dell'annegamento. Domani il pool di medici legali, coordinato dal professor Antonello Crisci, porterà al pm Luca Masini della Procura della Repubblica di Salerno i risultati degli esami effettuati sui corpi delle giovani.
Nel frattempo, Salerno si prepara al funerale solenne che verrà celebrato nei prossimi giorni. Ancora nessuna conferma sulla data in quanto bisognerà attendere disposizioni dalla Procura. I funerali, che verranno celebrati in forma pubblica, si terranno sull'ossario del cimitero monumentale della città e saranno organizzati dal Comune. In quell'occasione - come già annunciato nei giorni scorsi - il sindaco Vincenzo Napoli proclamerà lutto cittadino, «come segno doveroso di dolore e commiato nei confronti di queste giovanissime ragazze che hanno trovato la morte in una delle ennesime tragedie del mare. Faremo in modo che sia una celebrazione di semplicità assoluta, di eccezionale sobrietà ma, nei limiti del possibile, di grande solennità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino