Ha confessato Macario Mariniello, esponente di spicco della Nco, accusato dell’omicidio del noto penalista, nonché sindaco di Nocera Inferiore, Giorgio Barbarulo,...
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Mariniello rivestì la sorella e l’accompagnò in macchina, quindi ritornò allo studio e affrontò l’avvocato che lo minacciò: «Se non ve ne andate chiamo i carabinieri». Fu proprio quella minaccia a scatenare il raptus omicida: il boss afferrò la pistola, l’avvolse in un panno e fece fuoco trucidando l’avvocato, suo difensore di fiducia. Quando sparò, Mariniello era perfettamente in grado di intendere e di volere: è questo un altro elemento emerso dall’udienza di ieri nel corso della quale è stato chiamato a deporre anche il consulente della Procura che ha smentito la precedente relazione secondo la quale Mariniello era affetto da un vizio parziale di mente originato da epilessia. A parere del perito, l’epilessia non comporta una perdita della coscienza da spingere all’omicidio. Secondo gli inquirenti, il gruppo di fuoco era formato da almeno quattro persone. Mariniello, che all’epoca era latitante per il duplice omicidio di Luigi Lorenzo e Maria Rosaria Pandolfi, raggiunse il suo legale di fiducia all’interno dello studio accompagnato da un complice. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino