La Masseria Fosso di Battipaglia proclamata «sito di interesse storico-artistico»

Scarse le notizie sulle origini: ciò che si sa, come dimostra anche il ritrovamento di qualche mese fa al centro di Battipaglia, è che l’area è stata abitata da Etruschi e Greci già tra il 730 e il 580 a.C.

La Masseria Fosso
La Masseria Fosso, lo storico edificio di via Fosso Pioppo, è stato proclamato bene di interesse culturale particolarmente importante di tipo storico-artistico. ...

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La Masseria Fosso, lo storico edificio di via Fosso Pioppo, è stato proclamato bene di interesse culturale particolarmente importante di tipo storico-artistico.

Questa è stata la valutazione della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Salerno e Avellino, che, tra le altre cose, ha anche cercato di ricostruire tutta la storia della costruzione rurale.

Notizie certe sulle sue origini, infatti, non esistono. Ciò che si sa, come dimostra anche il ritrovamento di qualche mese fa al centro di Battipaglia, è che l’area è stata abitata da Etruschi e Greci già tra il 730 e il 580 a.C. Quel che è certo, perché ricavato da documenti ufficiali, è che i terreni su cui sorge la masseria furono donati nel 940 da Guaimario II al patrimonio arcivescovile. Da allora, i passaggi di mano sono stati innumerevoli, fino a quando, nel 1968 la masseria, in quel momento in possesso della famiglia Rinaldi, fu venduta all’asta alla famiglia Sorvillo. La costruzione, anch’essa meticolosamente analizzata dalla Soprintendenza, vede un cortile murato, con due vani interrati che venivano usati come cantine o magazzini. Anche al pian terreno sono presenti locali adibiti a magazzini e stalle. Attraverso delle scale, poi, è possibile accedere ai locali superiori dove dovevano essere presenti delle camere di rappresentanza, ambienti di servizio e camere da letto.

Lo stato di conservazione della masseria non è dei migliori, giacché in diversi posti sono presenti dei crolli. Da tempo si parla del grande patrimonio culturale e artistico rappresentato dalle masserie presenti lungo la Piana del Sele. Il complesso monastico di San Mattia è forse l’esempio più prezioso che l’area è in grado di offrire. Porta di Ferro, non di meno, è un altro esempio di valore. Nell’insieme, secondo i progetti di molti, le masserie potrebbero offrire margini per un turismo rurale.

Ad oggi, però, manca un coordinamento che sia in grado di valorizzare il patrimonio presente, con conseguenti vantaggi per il comparto turistico.

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Il Mattino