SALERNO - Reato impossibile. È quanto andrà a sostenere, dinanzi al gup del tribunale di Roma Vilma Passamonti, il legale di Nello Mastursi, l’avvocato...
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L’inchiesta nata a Napoli e poi trasferita a Roma, ricordiamo, nasce da un’intercettazione in cui l’avvocato Guglielmo Manna, marito della giudice Scognamiglio, chiede a Mastursi un incarico di prestigio nella sanità campana, ipotizzando la possibilità di un intervento di sua moglie sulla questione della compatibilità di De Luca a rivestire il ruolo di governatore, incarico sul quale (all’epoca del fatti) pendeva la scure della legge Severino. La Scognamiglio, infatti, è stata estensore della sentenza con la quale il 22 luglio 2015 la prima sezione civile del Tribunale di Napoli ha confermato la decisione del giudice monocratico di sospendere l’efficacia della legge Severino nei riguardi di De Luca, condannato in primo grado a un anno per abuso d’ufficio per la questione del termovalorizzatore (sentenza poi completamente riformata dai giudici in Appello che lo hanno invece assolto dall’accusa di abuso d’ufficio).
L’udienza romana si terrà a metà del mese di gennaio e la posizione del difensore è ben chiara: Mastursi non poteva compiere alcun tipo di reato perché, in fondo, lui non aveva alcun potere concreto nel prendere decisioni, nel concedere incarichi o nello stringere accordi. Per la difesa di Mastursi, l’unico ad avere potere sarebbe stato De Luca ma se lui è fuori lui dal processo, non può restare il suo fedele collaboratore. Per De Luca, ricordiamo, c’è la richiesta di archiviazione dei sostituti procuratori Corrado Fasanelli e Giorgio Orano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino