Un vaso di Pandora. Ecco come si presenta la commissione tributaria agli occhi degli inquirenti. L’inchiesta si allarga e compaiono nuove ombre non soltanto sulla...
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Sono stati proprio gli interrogatori di tredici dei quattordici indagati ad aprire agli inquirenti un nuovo, raccapricciante scenario fatto di mazzette e sentenze pilotate. Un sistema in cui proprio i difensori tributari, nella maggior parte dei casi, avrebbero avuto un ruolo importante anche perché una sentenza positiva per loro si traduceva in una percentuale sul compenso. Anche il tecnico Andrea Miranda, che si è rifiutato di rispondere alle domande del gip Piero Indinnimeo, ha però chiesto di essere sentito dal sostituto procuratore Elena Guarino come anche altri indagati. Nelle loro intenzioni, raccontare tutti i retroscena della vicenda, svuotare il sacco e scendere nel dettaglio di tutto quanto accade all’interno delle commissioni. Che il giro di tangenti fosse più esteso, del resto, se ne sono resi conto anche gli investigatori durante le indagini. Le intercettazioni non lasciano dubbi tant’è che anche il gip definisce questa inchiesta la «punta dell’iceberg» di un sistema ben organizzato e parla di un «tessuto occulto di relazioni personali e sociali con commistione tra funzione politico amministrativa economico finanziaria in grado di rendere il giudizio amministrativo mera fonte di arricchimento e di potere personale su cui le indagini dovranno necessariamente proseguire essendosi già dimostrata l’esistenza di evidenti elementi di ulteriori illiceità riguardanti ulteriori vicende ulteriori soggetti il cui ruolo dovrà essere ulteriormente approfondito». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino