Salerno, medici sospesi; il caso al Riesame. La Procura: Coscioni fuori da Agenas

I giudici del Riesame dovranno decidere sulle richieste di reintegro delle difese

Il primario del Ruggi Enrico Coscioni
È sugli indizi di colpevolezza e sulle esigenze cautelari che ieri si sono dibattuti gli appelli, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame, a carico dei cardiochirurghi...

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È sugli indizi di colpevolezza e sulle esigenze cautelari che ieri si sono dibattuti gli appelli, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame, a carico dei cardiochirurghi Enrico Coscioni, Gerardo Del Negro e Francesco Pirozzi; del chirurgo vascolare Aniello Puca e dell’anestesista Pietro Toigo: i cinque medici del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona interdetti dall’attività professionale (un anno per Coscioni, direttore del dipartimento di cardiochirurgia del nosocomio salernitano; nove mesi per Del Negro e Toigo; sei mesi per Pirozzi e Puca).

La pm Licia Vivaldi, per la quale le consulenze dei periti nominati dalla procura salernitana sono fondate, ha insistito sulla sospensione del dottor Coscioni (difeso dagli avvocati Gaetano Pastore ed Agostino De Caro) anche dall’esercizio del pubblico ufficio quale presidente dell’Agenas (ente pubblico non economico ed organo tecnico scientifico del servizio sanitario nazionale) che il gip Piero Indinnimeo ha invece respinto (al contrario della sospensione dalla professione medica accolta).

A parere del magistrato, nell’argomentare anche questo aspetto, il modus operandi utilizzato da Coscioni (indagato anche per falso) nella vicenda Maddalo potrebbe essere ripetuto anche in altre occasioni e ambiti lavorativi diversi. Al contrario le difese (nel collegio difensivo, oltre Pastore e De Caro per Coscioni, ci sono per gli altri indagati gli avvocati Giovanni Sofia, Giorgio Balsamo, Laura Ceccarelli, Piero Vitale) hanno principalmente dibattuto (al di là degli indizi di colpevolezza che verranno sviscerati in altra sede e attraverso consulenze di parte) sulle esigenze cautelari visto il tempo trascorso dall’intervento chirurgico di sostituzione valvolare aortica con bioprotesi e rivascolarizzazione coronarica a cui Umberto Maddalo venne sottoposto il 20 dicembre 2021, morendo il giorno dopo e nel cui corpo fu «dimenticato» un lembo di garza.

L’udienza di ieri è stata molto lunga in quanto le esposizioni della pubblica accusa e delle difese sono state effettuate posizione per posizione ed ora saranno i giudici (presidente De Luca, a latere Cioffi e Zarone) del Riesame a decidere sui vari appelli presentati (al termine dell’udienza il tribunale si è riservato).

L’inchiesta

Ricordiamo che i cinque medici indagati sono stati sospesi dall’attività medica a marzo scorso: secondo le accuse, l’operazione chirurgica su Umberto Maddalo è stata ritenuta dai consulenti della procura un «intervento chirurgico imprudente» su cui si è inserita un’ulteriore condotta colposa, cioè la dimenticanza del lembo di garza, e una condotta omissiva relativa alle modalità di ricerca della garza stessa con l’autorizzazione, senza compiere gli ulteriori esami necessari al suo rinvenimento e senza una corretta gestione delle conseguenze, di trasferire (su decisione di Coscioni, secondo le accuse) il paziente in rianimazione.

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Il Mattino