Salerno, lo sbarco dei migranti e la storia di Mariam: dal Camerum per cercare i genitori in Europa

L'arrivo della Open Arms al porto di Salerno è previsto per questo pomeriggio

Un momento di vita a bordo della Open Arms
«Nessuno dovrebbe morire a Natale». Lo dicono i volontari della ong spagnola Open Arms nell’annunciare, su X, il soccorso e l’imbarco a bordo del proprio...

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«Nessuno dovrebbe morire a Natale». Lo dicono i volontari della ong spagnola Open Arms nell’annunciare, su X, il soccorso e l’imbarco a bordo del proprio rimorchiatore di 60 persone. E la loro era proprio la missione di Natale, la numero 107. L’immagine di questo ennesimo salvataggio dalle acque del Mediterraneo, è un bambino di appena un anno. Nel video che i volontari postano sui social, il piccolo ha due grandi occhi spalancati, non piange ma è attento a tutto ciò che sta accadendo intorno a lui. «Il sogno di questo bimbo sarà ora di trascorrere una notte tranquilla tra le braccia della mamma». È così che la Ong annuncia la presenza di un bambino piccolo a bordo. La comunicazione ufficiale delle presenza di 18 minori arriverà più tardi al gabinetto della prefettura di Salerno. Si tratta di minori non accompagnati.


LA STORIA 
Tra i passeggeri della open Arms c’è anche Mariam. Mariam è del Camerun e viaggia da sola in Europa per ricongiungersi con il padre e la madre emigrati in cerca di nuove opportunità. La squadra di Open Arms l’ha ritrovata su un’imbarcazione instabile piena d’acqua insieme ad altre 54 persone. Mariam è una ragazza molto sveglia che sa già cosa significa rischiare la vita per realizzare il sogno di ricongiungersi con la sua famiglia. «Nessuna ragazza dovrebbe vivere l’esperienza vissuta da Mariam», dicono i volontari.
IL SALVATAGGIO
Uomini, donne, ragazzi e bambini salvati erano a bordo di due imbarcazioni intercettate dalla Open Arms nel Mediterraneo in un giorno di maltempo e mare mosso. A bordo di una ve ne erano 54, dell’altro solo sei. Un dettaglio, questo, allarmante perché vuol dire che molte persone sono rimaste disperse nel mare. Nonostante tutto, sono state salvate 60 vite: «Questa volta siamo arrivati in tempo. Continuiamo», scrivono i volontari sui social. Dopo averle raccolte a bordo, la Open Arms ha chiesto un porto di destinazione e gli è stato assegnato Salerno. Prima, però, tappa autorizzata a Lampedusa per far scendere una donna incinta. A bordo, secondo le prime notizie che circolano (sono ancora poche) non ci sarebbero casi sanitari particolarmente gravi. Ma non manca la polemica, sia pure velata: Salerno si trova a tre giorni di navigazione dal punto in cui, a largo di Malta, è avvenuto il recupero. La nave viene costantemente monitorata e il suo arrivo al porto salernitano è previsto per questo pomeriggio alle 17. Ci hanno messo tre giorni, un lungo viaggio, che gli uomini e le donne di Open Arms non esitano a sottolineare. È questo il primo sbarco del 2024 a Salerno e, per fortuna, i numeri non sono grandi: la macchina dell’accoglienza è pronta a partire ed è già tutto organizzato per procedere con l’identificazione, l’eventuale ricongiungimento familiare e l’accoglienza. Una riorganizzazione del piano avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri quando dalla nave veniva annunciato l’ora del previsto arrivo in città. Grazie al miglioramento delle condizioni meteo marine, lo sbarco è stato anticipato di una giornata: in un primo momento era stato tutto organizzato per il giorno della Befana.

 


IL COMUNE 


«Ci stiamo attrezzando per dare risposte ai più piccoli: anche se la macchina organizzativa riguarda tutti. Il problema è che a Salerno la situazione delle strutture che ospitano i minori non è delle migliori - spiega l’assessore alle Politiche sociali Paola De Roberto - Abbiamo difficoltà ad accogliere anche i minori che arrivano con altri mezzi, come i treni, ma come sempre confidiamo nell’aiuto della Prefettura e della rete ministeriale Sai che fino ad oggi è stata fondamentale».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino