«Mio marito morto sul lavoro, io e i miei figli abbandonati da tutti»

«Mio marito morto sul lavoro, io e i miei figli abbandonati da tutti»
Sono trascorsi due anni dalla morte del marito e, dopo le prime manifestazioni di solidarietà avvenute nei giorni successivi, si è registrato un totale distacco da...

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Sono trascorsi due anni dalla morte del marito e, dopo le prime manifestazioni di solidarietà avvenute nei giorni successivi, si è registrato un totale distacco da parte di chi «avrebbe dovuto tutelare Lino Trezza». Ma, come afferma la vedova Clelia, «mio marito è stato solo un numero. Non è stato tutelato prima nè dopo la morte. E neanche mio figlio, che quando ha perso il padre aveva solo 4 anni, è stato tutelato. In questi due anni gli unici a preoccuparsi per noi sono stati i colleghi di Lino e non coloro i quali, almeno al momento, sono indagati per la morte di mio marito». La vedova Trezza ricorda i giorni successivi a quel tragico 22 novembre 2016 quando il marito, autista della coop lavoratori del porto (Culp), morì mentre era alla guida di un trattore portuale e trasportava a bordo di una motonave un carico di container: «tutti solleciti a darmi solidarietà nei primi giorni ma in seguito più nulla. Non abbiamo più visto nè sentito qualcuno dei protagonisti della vicenda: voglio precisare che io e mio figlio viviamo più che dignitosamente con la pensione di mio marito e per me è una questione di tutela e non meramente economica. Non più per mio marito, nulla potrà restituircelo, ma per mio figlio perchè nessuno in questi due anni si è fatto carico di garantire una sicurezza ad un minore rimasto orfano di padre. Al di là di quello che può stabilire un giudice perchè la giustizia ha tempi diversi che spesso non si conciliano con la sofferenza di chi è stato colpito da un lutto, una disgrazia». Intanto la settimana prossima, davanti al gup Giovanna Pacifico del Tribunale di Salerno, è fissata l’udienza preliminare a carico di coloro che sono imputati per la morte di Lino Trezza.
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Il Mattino