Ricoverata per calcoli, muore: a processo nove medici

Ricoverata per calcoli, muore: a processo nove medici
Aveva solo 28 anni quando perse la vita in una corsia del Ruggi. Ora quel presunto caso di malasanità, che portò alla morte la giovanissima salernitana Denise De...

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Aveva solo 28 anni quando perse la vita in una corsia del Ruggi. Ora quel presunto caso di malasanità, che portò alla morte la giovanissima salernitana Denise De Simone spirata nel settembre del 2014 dopo un ricovero per alcuni calcoli alla cistifellea, si trasforma in processo. A deciderlo, ieri, è stato il Gup del tribunale di Salerno Stefano Berni Canani che, all’esito dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio i nove sanitari – medici e dirigenti dell’unità di chirurgia del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – che, a vario titolo, sono stati coinvolti nella vicenda. Si tratta di Cosimo Mazzeo, Antonio Canero, Attilio Maurano, Anna Pollio, Guido De Feo, Giuseppe De Nicola, Pasquale Ardimento, Silvana Anzalone e Antonio Carrano: tutti, assistiti dagli avvocati Paolo Carbone, Silverio Sica, Michele Tedesco, Guglielmo Scarlato e Laura Ceccarelli, dovranno presentarsi il prossimo 18 maggio davanti ai giudici del tribunale cittadino per l’avvio del dibattimento. I genitori e la sorella della giovane vittima si sono già costituiti parte civile attraverso l’avvocato Ducci.


Sarà quindi un processo a stabilire le responsabilità dei medici che, a parere della Procura, avrebbero disposto gli accertamenti diagnostici con colpevole ritardo, e quelle dei colleghi che eseguirono l’intervento chirurgico, nel corso del quale sarebbero stati commessi errori rivelatisi poi fatali. La vicenda, oggetto del procedimento, risale al 2014 quando la giovane, residente nel quartiere di Mariconda, si recò al pronto soccorso dell’ospedale cittadino lamentando lancinanti dolori all’addome. Secondo gli inquirenti, proprio in questa fase sarebbero stati commessi i primi tragici e fatali errori: i medici che la visitarono ed eseguirono i primi accertamenti avrebbero infatti sottovalutato il suo quadro clinico attraverso una condotta definita dal sostituto procuratore Francesca Fittipaldi, titolare del fascicolo, «attendista». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino