È morto Giuseppe Amato: il cavaliere patron dell’ex pastificio Amato è morto mentre era in vacanza a Castellabate. Già presidente dei pastai...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Giuseppe Amato, classe 1925, nipote di Antonio Amato, che rilevò negli Anni '50 un pastificio fondato nel 1868, ha fatto dell'arte bianca, quella della produzione industriale di paste alimentari, un business miliardario. Trecento dipendenti in due stabilimenti, con una capacità produttiva di 3.000 quintali di pasta in 24 ore, negli anni di massimo splendore il gruppo Amato deteneva una quota del 2,5 per cento del mercato nazionale delle paste alimentari con circa 100 miliardi di lire di fatturato. Poche le sortite fuori dal mondo degli affari: è stato fino al 1995 presidente degli industriali salernitani, consigliere del consorzio Asi e per un breve periodo, a metà degli Anni 80, consigliere di
amministrazione della Salernitana Calcio. Assiduo frequentatore di ambienti politici, grande amico di Ciriaco De Mita, elesse il genero Franco Di Comite alla Camera dei deputati nelle file di Forza Italia.
Molteplici le attività imprenditoriali e finanziarie della famiglia: nelle assicurazioni e nel settore bancario non sempre finite bene, la Mediterranea assicurazioni e la Banca del Cimino, di cui gli Amato detenevano cospicue quote, sono state cedute con i bilanci in rosso.
Tanti anche gli incidenti di percorso e le vicissitudini giudiziarie: il nome iscritto nella P2, l'arresto nell'ambito dell'inchiesta sull'Asi di Salerno per il nuovo stabilimento del pastificio nella zona industriale e - storia recente - il fallimento dell'azienda di famiglia.
Tanti anche i dolori, la morte del figlio Mimmo nel 1986, quella della moglie Maria e della figlia Gabriella, stroncata da un male che non perdona pochi anni fa. L'ultimo colpo, terribile, fu l'arresto di Peppino, il nipote prediletto, il figlio di Mimmo, che forse aveva più amato tra i figli, il più geniale e il più ribelle. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino