Morto Franco G. Forte, addio all'intellettuale militante

Morto Franco G. Forte, addio all'intellettuale militante
Giugno 1983, Teatro Tenda di Nocera Inferiore, la voce profonda di Juliette Greco incanta il pubblico venuto da tutto il Sud per applaudire la musa dell'esistenzialismo. A chi...

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Giugno 1983, Teatro Tenda di Nocera Inferiore, la voce profonda di Juliette Greco incanta il pubblico venuto da tutto il Sud per applaudire la musa dell'esistenzialismo. A chi si meraviglia della sua presenza in un'arena di periferia risponde: «Il faut toujours essayer», «bisogna sempre cercare il rapporto con gli altri». E un rapporto particolare la legava a Franco G. Forte, l'operatore militante di Nocera Inferiore, scrittore, regista, drammaturgo che «l'aveva invitata in quel posto sperduto, diventato con lui simbolo di una Campania resistente che alla tragedia del terremoto rispondeva con la cultura». Franco Coda, attore e direttore artistico al suo fianco fin dall'esperienza di Trade Mark e delle rassegne di teatro sperimentale a Salerno con Beppe Bartolucci e Achille Mango, ricorda l'amico e compagno di tante sfide politico-culturali, scomparso domenica notte, all'età di 79 anni, per una brutta malattia «che gli aveva minato il corpo ma non lo spirito». Tant'è che appena dieci giorni fa aveva ritirato il Premio Scenari Pagani e domani, nell'ambito della giornata di studio, «2021: un anno di libri per Domenico Rea», organizzata dal Centro di ricerca intitolato all'autore di Ninfa plebea, avrebbe dovuto presentare la versione musicata del racconto Cappuccia dello scrittore napoletano, che, confida il direttore Vincenzo Salerno, «Franco aveva curato e pubblicato con la sua Oèdipus, voce originale nel campo dell'editoria italiana».

«Era un personaggio di straordinaria complessità e grandezza», gli fa eco Gennaro Carillo, direttore con Paolo Di Paolo di «Salerno Letteratura», «un suscitatore di curiosità, un formatore informale alla cui scuola sono cresciuti tanti ragazzi tra anni 70 e 80. Tra questi c'ero io, studente al liceo Marone dove Forte insegnava; grazie a lui che era appassionato di musica, oltre che di cinema e teatro, ho potuto assistere a concerti di big come Don Cherry, Art Ensemble of Chicago, Cecil Taylor e Jorma Kaukonen. Come regista ha contribuito a innovare le scene e tutta l'avanguardia italiana, da de Berardinis a Remondi-Caporossi, è stata ospite dello Spazio dell'Agro, la cantina-palcoscenico dove ci ha educato all'arte totale. Sapeva cogliere, con istinto animale, le novità ed ha sprovincializzato la Campania, SaLet 2022 gli dedicherà una serata». Per decenni Forte, sottolinea la critica teatrale Luciana Libero, «ha prodotto idee, progetti con artisti importanti come Tadeusz Kantor, che portò al Teatro A di San Severino e al Capitol di Salerno verso la fine del 1980».

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Il Mattino