Nella pineta tra Eboli e Capaccio Paestum rinvenuti eternit e rifiuti

Nella pineta tra Eboli e Capaccio Paestum rinvenuti eternit e rifiuti
Depositi di rifiuti, tra cui accumuli di lastre di eternit e la carcassa di una vettura bruciata, sono stati rinvenuti nella pineta tra Eboli e Capaccio Paestum durante i...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Depositi di rifiuti, tra cui accumuli di lastre di eternit e la carcassa di una vettura bruciata, sono stati rinvenuti nella pineta tra Eboli e Capaccio Paestum durante i controlli effettuati nell'ambito di un'attività a tutela dell'ambiente effettuata dall'Ente Riserve Foce Sele Tanagro - Monti Eremita Marzano e dalle Guardie Volontarie del Wwf Italia Nucleo di Salerno. La presenza dei rifiuti e della carcassa d'auto è stata segnalata al Comune e alla polizia locale. Inoltre nella zona di Campolongo è stato verbalizzato un raccoglitore di tartufi residente nel Comune di Capaccio Paestum,  privo di autorizzazione, che con l'ausilio di mezzi vietati e fuori periodo raccoglieva i tuberi. I tartufi sottoposti a sequestro sono stati donati alla parrocchia San Nicola in San Vito al Sele. La raccolta dei tartufi è, infatti, regolamentata in Campania dalla legge regionale 13 del 2006 e deve essere effettuata in modo da non arrecare danni alle tartufaie, non si devono danneggiare lo strato del suolo e gli apparati radicali delle piante al fine di assicurare la conservazione delle specie. Purtroppo in litoranea la pineta  subisce gravi danni causati dai cercatori “illegali” di tartufi che non esitano a devastare il sottobosco, a raccogliere i frutti in periodi non consentiti e con mezzi illegali. 

I danni maggiori sono causati dall’utilizzo improprio di “forconi per vangare”, con i quali vengono scavate vaste e profonde aree di terreno di sottobosco. Operazione che, inevitabilmente, provoca  il taglio delle radici delle piante, effettuando vere e proprie “zappature” delle aree tartufigene . 
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino