SALERNO - Per Albert Einstein la «coincidenza è il modo che ha Dio di restare anonimo». Lo pensano anche i genitori di un bimbo, oggi di 15 mesi, che a...
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La storia di malasanità, sulla quale sta ora indagando la Procura di Salerno, ha inizio ancor prima che il piccolo nascesse e al momento vede cinque persone indagate: medici dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona ma anche responsabili di un noto centro di analisi cliniche cittadino. L’accusa, formalizzata dai genitori in una denuncia, è di lesioni gravissime in quanto il loro bimbo, anche se ora dimesso dall’ospedale, è ancora in prognosi riservata: a giorni andrà a Pisa per essere sottoposto ad importanti accertamenti che dovranno attestare le sue condizioni neurologiche. Secondo il racconto di Giuseppe ed Elena, nell’esposto presentato dai loro legali (gli avvocati Michele Sarno e Carmine Pepe), appena nato il piccolo non sarebbe stato sottoposto subito ad una terapia per aiutare i suoi polmoni ad ossigenare e questo gli potrebbe aver causato un deficit.
All’origine del tutto, secondo quanto esposto nella querela, ci sarebbero gravi colpe mediche a causa della mancanza di profilassi fatta alla madre durante la gravidanza. La giovane donna, per nove mesi, è stata seguita dal reparto di gravidanze a rischio del Ruggi, dopo due precedenti aborti spontanei causati da una incompatibilità dei gruppi sanguigni tra lei e suo marito. Incompatibilità che oggi, secondo quanto poi riferito dai periti dei due genitori, può essere superata con una trasfusione intrauterina: in pratica basta cambiare il sangue nel corpicino dei feto attraverso il cordone ombelicale. «Tutto ciò - racconta Giuseppe - non è accaduto. In quel reparto tutti erano a conoscenza dei problemi di mia moglie, avendola già seguita nelle due precedenti gravidanze non andate a buon fine. Invece, quando è stata ricoverata per l’ennesima minaccia di aborto, non hanno sottoposto ne lei ne il feto alla profilassi dovuta.
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Il Mattino