Sparò all'impazzata per tre giorni, ora chiede al giudice di patteggiare

Sparò all'impazzata per tre giorni, ora chiede al giudice di patteggiare
NOCERA INFERIORE - Ha chiesto di accedere alla pena concordata con la formula del patteggiamento il nocerino di 27 anni, Luca Criscuolo, che a fine maggio seminò il panico...

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NOCERA INFERIORE - Ha chiesto di accedere alla pena concordata con la formula del patteggiamento il nocerino di 27 anni, Luca Criscuolo, che a fine maggio seminò il panico per le strade dell'Agro e di Cava de' Tirreni, armato di pistola, esplodendo colpi fuori a bar ed esercizi commerciali. Difeso dal legale Andrea Vagito, il giovane fu fermato dopo una caccia all'uomo che durò 72 ore. Dopo la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla procura di Nocera Inferiore, è giunta la richiesta di patteggiamento, con una decurtazione del computo della pena e l'ammissione di responsabilità. Il gip deciderà il prossimo novembre. Secondo una perizia del tribunale, il ragazzo «era parzialmente capace di intendere e di volere». Non soffrirebbe di una patologia precisa, ma oscillerebbe in uno stato psicologico con caratteri "psicotici e schizofrenici". Lo scorso maggio, Luca Criscuolo impugnò una Glock 9x21, di proprietà del fratello, uscendo per strada, in auto, in compagnia del suo cane. Prima ferì gravemente una ragazza di Cava, Maria Principe, di soli 21 anni, che da quel giorno vive con un proiettile all’altezza del bacino. Il giorno, dopo, tra Nocera Inferiore, Pagani e Sarno, danneggiò gli ingressi di alcune attività commerciali, per poi ferire una seconda persona. Un pensionato, Luigi Manzo, finito a terra con entrambe le gambe sanguinanti. I colpi esplosi furono almeno undici. 


Poco prima, era riuscito a distruggere i vetri di una Smart a Pagani, dalla quale una coppia era uscita pochi secondi prima, e l’insegna con tanto di arredi di un bar a Sarno. La sua cattura fu coordinata dai carabinieri del reparto territoriale e la polizia di Nocera, che risalirono all’auto utilizzata dal ragazzo, fino al suo domicilio. Luca Criscuolo fu ammanettato in camera sua, da dove indicò anche la cassaforte dalla quale aveva preso la pistola del fratello. Il 27enne avrebbe fatto una copia delle chiavi, all’insaputa dei genitori, per poi scorazzare in strada, a colpi d’arma da fuoco. Quando l’arresto fu convalidato, il gip parlò di azione «premeditata» e di «volontà omicidiaria». Il ragazzo, figlio di onesti lavoratori, non aveva mai dato problemi di alcun tipo in passato. Seppur fosse noto di essere in cura e sotto utilizzo di farmaci.    Leggi l'articolo completo su
Il Mattino