Una tesi di laurea che diventa un documentario. Nella giornata mondiale del rifugiato presentato a Eboli il corto« (Non)persone» è stato proiettato...
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"In un periodo storico e politico in cui chiusura e disinformazione sembrano le parole all’ordine del giorno, dove la verità e il falso hanno il medesimo valore, dove “chiudere i porti” appare come l’unica soluzione di fronte all’invasione. In un periodo storico dove non si distingue più il carnefice dalla vittima, dove l’atto di solidarietà diventa un crimine e dove la politica lascia il posto alla rabbia e ai pregiudizi. In un periodo storico come questo, è doveroso discutere di quanto accade, oggi, in Italia e in Europa. In questo periodo storico, vogliamo parlare di immigrazione e vogliamo farlo in modo chiaro, trasparente e concreto" spiegano le quattro autrici.
Dall’hotel Porin di Zagabria, in Croazia, alle barracks di Belgrado, in Serbia, dai campi ufficiali di Tabanovce e Gevgeljia, in Macedonia, fino a Bochum, in Germania, nelle tappe del loro viaggio le ragazze hanno potuto conoscere e ascoltare le storie di Mariam e Amar, due fratelli di 33 e 22 anni, rifugiati siriani arrivati in Germania, a Bochum, dopo un viaggio tortuoso. C'è poi la storia di Abdul e Sangeen e di tutte le altre persone incontrate lungo il percorso.
È da questi incontri, da queste storie che nasce "(non)persone", un documentario che "si vuole sottrarre alla solita spettacolarizzazione del dolore e delle tragedie trattando il trma delle migrazioni sotto una chiave diversa, permettendo di allargare lo sguardo, parlando di diritti violati, di soprusi subiti, di responsabilità mancate; delle motivazioni e degli obiettivi di coloro i quali decidono di lasciare la propria famiglia e il proprio Paese di origine; dei traumi del viaggio; delle difficoltà da affrontare nel Paese di arrivo, della paura di non riuscire ad integrarsi, ma anche della speranza e del desiderio di ricominciare" sottolineano Giulia, Chiara, Valentina e Alessandra.
Oltre alla proiezione è stato possibile visionare la mostra fotografica “Belgrade - I am a person too” con gli scatti realizzati da Giulia Monaco.
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Il Mattino