A rischio le aziende bufaline, Paestum si appella alla Regione

A rischio le aziende bufaline, Paestum si appella alla Regione
Dal Comune di Capaccio Paestum un appello alla Regione affinché venga dato agli imprenditori del settore bufalino il tempo necessario ad adeguarsi alla nuova delimitazione...

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Dal Comune di Capaccio Paestum un appello alla Regione affinché venga dato agli imprenditori del settore bufalino il tempo necessario ad adeguarsi alla nuova delimitazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola. «Se dovesse entrare subito in vigore la nuova delibera regionale che ha rivisto le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, ci sarebbero dei contraccolpi notevolissimi per tutte le aziende zootecniche che insistono a Capaccio Paestum e nell’intera Piana del Sele» afferma la vicesindaco Teresa Palmieri.


«I più danneggiati sarebbero sicuramente gli imprenditore del settore bufalino-caseario perché costretti a dimezzare il numero di capi per riuscire a rientrare nei nuovi parametri. Ecco perché auspichiamo un intervento immediato della Regione Campania affinché conceda un periodo di proroga tale da consentire alle aziende zootecniche di adeguarsi alla nuova normativa».

Le  zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, vale a dire quei terreni agricoli dove viene effettuato lo spandimento dei reflui derivanti dalle produzioni zootecniche, dovranno essere ridotti di molto. Un problema non da poco nella Città dei Templi dove il settore lattiero-caseario è uno dei settori economici più importanti.

«Confidiamo nel buon senso della Regione Campania perché non si può pensare di gravare sulle spalle degli imprenditori del settore  che sarebbero costretti a dimezzare in brevissimo tempo il 50% del patrimonio bufalino e bovino con un danno non indifferente anche sulla produzione della mozzarella di bufala, che rappresenta un’eccellenza del nostro territorio e che genera anche un indotto economico in continua crescita. Siamo consapevoli dell’importanza di tutelare e di proteggere l’ambiente per cui stiamo cercando di individuare, anche attraverso la collaborazione di istituti di ricerca, soluzioni idonee, non impattanti per il territorio e non penalizzanti per gli imprenditori». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino