Omicidio di camorra nel 1980, il boss ex Nco accusa un morto

Macario Mariniello
NOCERA INFERIORE - «A sparare all’avvocato Barbarulo fu Francesco Sorrentino, ma siccome era preoccupato, gli dissi di accusare me, perché a me la N.C.O....

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NOCERA INFERIORE - «A sparare all’avvocato Barbarulo fu Francesco Sorrentino, ma siccome era preoccupato, gli dissi di accusare me, perché a me la N.C.O. all’epoca non avrebbe fatto nulla». Hanno spezzato il silenzio, ieri mattina, le parole del 60enne Macario Mariniello, ex affiliato negli anni 80 della Nuova Camorra Organizzata. Ieri mattina, il nocerino ha rilasciato delle spontanee dichiarazioni nel processo che lo vede imputato per l’omicidio dell’ex sindaco e avvocato, Giorgio Barbarulo. E lo ha fatto spiazzando i giudici della Corte d’Assise, la stessa difesa e la pubblica accusa, rappresentata dal procuratore di Nocera Inferiore, Antonio Centore. Nella sua versione dei fatti, Mariniello ha spiegato che quel giorno, il 29 luglio 1980, era in compagnia di due persone. Ma quelle due persone non potranno difendersi, perché entrambe decedute. Una, tra l’altro, già processata e assolta. 


«Signor Presidente – ha esordito Mariniello - io non sono stato mai interrogato su questo fatto, però adesso voglio chiarire sull’omicidio Barbarulo, perché quel giorno ero sul posto. Sono 40 anni che voglio farlo. Ammetto la mia colpa ma in parte, perché non l’ho ammazzato io. È inutile fare un processo se ammetto la colpa, voglio solo spiegare il fatto come è andato. Quel giorno stavo in macchina con Prisco Mario e Francesco “Franchino” Sorrentino. Passando per Nocera, ma non era un appuntamento era solo un passaggio per via Barbarulo, ho visto il portone aperto. Ho detto a Prisco di fermarsi vicino al portone dell’avvocato Barbarulo». E qui è andato nei dettagli. Ha descritto sua sorella «seminuda» e in «stato ipnotico» in un contesto di intimità con l’avvocato. Il quale «appena mi ha visto è venuto contro di me per scusarsi e io gli ho dato uno schiaffo. Poi è scappato fuori. Mentre io ho rivestito mia sorella e l’ho accompagnata fuori». A quel punto «ho visto l’avvocato a terra - ha dichiarato Mariniello - perché Sorrentino ha sparato all’avvocato. Questo è tutto». Poi, cambiando discoso, ha affermato che «Sorrentino era preoccupato per l’organizzazione della N.C.O. e gli ho detto: “Senti accusa me, tanto a me non mi fanno niente, la N.C.O. di allora”». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino