Omicidio-suicidio, i figli della coppia riaprono il ristorante: «Mamma è con noi»

Nuova vita per la storica attività commerciale sul lungomare di Salerno

Omicidio-suicidio, i figli della coppia riaprono il ristorante: «Mamma è con noi»
«Un passo alla volta» ma con una stella polare, anzi… un bellissimo girasole che rivolge i suoi petali ad una giornata limpida di un inverno pungente. Come...

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«Un passo alla volta» ma con una stella polare, anzi… un bellissimo girasole che rivolge i suoi petali ad una giornata limpida di un inverno pungente. Come pezzi di un puzzle che si staccano subito dopo aver formato un bellissimo quadro e che bisogna rimettere insieme per restituire la bellezza ad un “vuoto”: con lo stesso impegno e dedizione ma anche con la stessa forza e coraggio di Paola Larocca, Michele e Giovanni Anastasio si rialzano e riaprono le porte del ristorante-pizzeria “Pinocchio”.

Oggi ricomincia una nuova vita per la storica attività commerciale sul lungomare di Salerno dopo il tragico omicidio-suicidio di San Mango Piemonte avvenuto lo scorso 16 novembre. Venti giorni e un mare di affetto travolgente di amici e parenti sono bastati (almeno in parte) ai giovani fratelli Anastasio a rendere giustizia al sorriso di mamma Paola e a riprendere in mano quella vita messa in pausa e andata in frantumi durante quella giornata infernale. Rimboccarsi le maniche e accogliere i clienti con gioia e passione, così come la cinquantacinquenne salernitana (uccisa dal marito che poi si è suicidato all’alba di quel mercoledì mattina) avrebbe voluto e come ha sempre fatto nonostante tutto – insieme al marito Rodolfo Anastasio - all’interno di quel ristorante che si prepara anche a “festeggiare” i 50 anni di attività nel 2023. 

Un annuncio sui social che ha lasciato un sorriso – seppur amaro - a tutti i salernitani: «Riapriremo i battenti – si legge sulla pagina facebook del locale - sono state settimane complicate, ma la forza, la grinta e l’amore per questo lavoro non ci hanno mai fermato. Siamo lieti e orgogliosi di tutto l’affetto che ci avete dimostrato e noi vi ringraziamo e vi ricambiamo questo amore continuando a garantire la nostra qualità e i nostri piatti fondati su tradizione e genuinità».

Un post, poche parole e tantissimi commenti di affetto nei confronti dei coraggiosi ragazzi che si sono ritrovati in un attimo senza i genitori a fare i conti con la burocrazia e con un’esistenza da (ri)fondare. Ma non c’è tempo da perdere perché «mamma Paola così avrebbe voluto», parola di Michele Anastasio che ora pensa anche al futuro, con la guida di una stella speciale: «Abbiamo cercato di sbrigare tutto nel minor tempo possibile per non perdere il periodo natalizio e la festA dell’Immacolata. Volevamo fare qualche lavoretto ma aspetteremo l’anno nuovo per ritoccare un po’ i locali. In ogni caso – racconta il più piccolo dei due fratelli - continuare l’attività era il nostro obiettivo. Già da un po’ lo stavamo seguendo io e Giovanni a tempo pieno, ora grazie anche al supporto di tutti (e sono davvero tanti), un passo alla volta ci rimetteremo in carreggiata con l’obiettivo anche di seguire le orme di mamma che per anni qui ha portato sorriso e gioia. Come ho già ribadito più volte, tutto ciò che faremo sarà per lei e la forza con cui lo faremo sarà uguale alla sua». 

La storia di questa famiglia che ha segnato tutti – oramai – è ben nota ma l’epilogo non era affatto scontato: da quel giorno Michele e Giovanni non sono stati «mai lasciati soli, non siamo sorpresi di tanto affetto perché mamma era una persona che sapeva farsi voler bene e che per la sua solarità riusciva ad essere sempre coinvolgente e a mantenere tutti uniti, a partire dalla nostra famiglia – avevano sottolineato proprio i due durante la fiaccolata in pieno centro a Salerno per ricordare la mamma - alcune situazioni andrebbero sempre affrontate di petto, non bisogna mai nasconderle».

E così, di petto, i due affronteranno la quotidianità tra piatti, cucina e sala magari anche affacciandosi a quella finestra dove era solita sorridere Paola, scrutare con gli occhi profondi che accoglievano tutti incondizionatamente, nonostante la sofferenza soffocata da chi «voleva tarpare le sue ali verso la libertà e la felicità».

 

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Il Mattino